editoriale0106

Cari Contro-Lettori,

l’altro giorno in consiglio regionale si è approvata la manovra finanziaria (in soldoni, il bilancio che finalmente dovrebbe sbloccare l’ente Regione dall’impasse in cui si era ficcato), ma qualche maligno sostiene che –ancora una volta lì in aula si stava consumando una scena fantozziana. Alcuni consiglieri e i soliti big, mentre argomentavano di cifre e di mozioni assortite, erano infatti con l’orecchio incollato alla radiolina a transistor, avidi di notizie trasmesse da Radio Quirinale. Borbottii, bisbigli e soffiate nei padiglioni auricolari navigavano nell’aula sull’onda di una domanda inquietante: “Si fa ‘sto Governo o no?”. A un certo punto si vociferava che si sarebbe tornati al voto, a Ferragosto, in quanto Mattarella –con un’abile mossa di sparagno istituzionale- aveva proposto di trasformare le cabine balneari in cabine elettorali, in modo tale da costringere i pigri e menefottisti italioti a votare praticamente a tradimento. Dopo qualche decina di minuti le notizie propalate in aula asserivano tutt’altro: essendo ricoverati in prognosi riservata Salvini e Di Maio (malmenatisi a sputi e graffi nei bagni di Palazzo Chigi) si sarebbe dato vita a un governo “tecnico” con Alvaro Vitali premier, Adriano Celentano ministro dell’ambiente e Oronzo Canà ministro dello sport. Al cambiar delle indiscrezioni, Pittella e soci scrivevano sui loro fogliettini arzigogolati e convulsi schemi e diagrammi. Erano relativi al Bilancio regionale? Nossignore, assicurano i maligni di cui sopra: si riferivano ai loro mutevoli destini politici, che appunto variavano al concretizzarsi, o meno, dell’eventualità di tornare al voto. E la manovra finanziaria? «Abbiamo approvato il miglior bilancio possibile nelle condizioni date che non consentono l’utilizzo dell’avanzo di amministrazione e non consentono spese per investimenti». Così il presidente del Consiglio regionale Vito Santarsiero ha commentato l’approvazione della “Legge di stabilità regionale 2018” e del “Bilancio di previsione pluriennale 2018/2020”. Non è parso d’accordo Gianni Perrino del M5S che, “proiettandosi in avanti”, ha così chiosato (scusate il bisticcio): «Ci auguriamo di andare al governo di questa regione con la consapevolezza che sarà dura governare sulle macerie. Occorrerà un lavoro certosino per dare uno slancio a questa Regione che da quarant’anni è imbrigliata tra clientelismo e squallidi interessi di bottega».
E scusate se è poco. Tutti al mare. Le chiappe sono piuttosto chiare. E sono le nostre.

Walter De Stradis