3cde8aa2-f46e-4bd0-9e90-38898817ffcd.jpg

 

 

 

di Walter De Stradis

 

 

 

 

Sarà il cantautore milanese Davide De Marinis il testimonial della ventiduesima edizione de “Il festival di Potenza”, che si terrà nuovamente nel capoluogo (dopo una parentesi a Sasso di Castalda), il due dicembre prossimo, presso il Centro Teatrale Polifuzionale, nel quartiere di Malvaccaro. Noto per il tormentone estivo “Troppo bella”, ma anche per essere un autore particolarmente originale e sensibile (non a caso è anche pittore), De Marinis avrà l’occasione, nel corso della prestigiosa kermesse canora allestita dal patron Mario Bellitti, di cantare per la prima volta in pubblico il suo nuovo brano, realizzato insieme alla talentuosa Marta Brando, “Natale magico”.

D - Perché una nuova canzone sul Natale non è mai una canzone di troppo?

R - Bella domanda. Intanto, premetto, oggi più che mai c’è bisogno di un “Natale magico”, con quello che succede nel mondo. Io questa canzone l’ho dedicata ai bambini, perché ciascuno di loro dovrebbe vivere un Natale di quel genere, così come tutti noi dovremmo poter vivere una realtà magica. Iniziamo dunque dal Natale. Pertanto ritengo che ogni canzone che esprime un sentimento di amore, di solidarietà, di pace e di serenità, dovrebbe essere amplificata nel mondo. Ben vengano le canzoni di Natale.

D - L’augurio più grande che si sente di fare in questo momento?

R - La pace. Sono legato particolarmente a due gruppi di persone, i bambini e gli anziani. Dovrebbero essere coccolati, tutelati, amati, protetti. E tutti loro, come e più degli altri, dovrebbero poter vivere in pace.

D - Quanto è difficile comporre una canzone sul Natale senza incappare nei cliché?

R - In effetti un pochino difficile lo è, ma anche in “Natale magico” ci sono dei cliché, sa, gli auguri etc. Nel nostro caso, tuttavia, abbiamo optato per un arrangiamento molto fresco e ritmato e poi anche la melodia aiuta. Ci sono immagini che forse sono classiche, altre no, come il bambino che canta e la nonna che gli balla davanti, una cosa che mi piaceva molto, avendola vista di persona, due anni fa (quando ho scritto questo pezzo), nel periodo di Natale. Direi che mischiare le cose va bene: un po’ di cliché e un po’ di originalità.

D - Lei è anche pittore. E’ possibile dipingere con una canzone? Qual è il brano più pittorico che ha fatto?

R - Sì, è bellissimo “dipingere con le parole”. Per farlo bisogna usare le immagini, e un grande maestro è senz’altro Mogol, che insieme a Battisti ha scritto canzoni che ti fanno sognare. Dico solo questo: “Come può uno scoglio arginare il mare”, oppure “Le bionde trecce gli occhi azzurri e poi”. Capisce? Sono tutte immagini che portano l’ascoltatore a immaginare davvero. La mia canzone alla quale sono più legato? Direi “Troppo bella”, nella quale racconto di un primo incontro e in cui appunto faccio raccontare le immagini…in quel locale, con quel “cameriere tra di noi”.

D - Lei ha partecipato anche a “Tale e quale show”. Se dovesse essere lei imitato da qualcun altro, quale consiglio gli darebbe?

R - (Ride) Non saprei, di essere scanzonato, io sorrido sempre. Mi piace sorridere alla vita e alle persone, anche adesso, mentre parlo con lei, perché lei mi sta regalando dieci minuti della sua vita ed è una cosa davvero preziosa per me. Il tempo è la cosa più preziosa che ognuno di noi ha. E il tempo non torna più. Pertanto, con chi me ne dedica un pezzetto, non posso che essere sorridente e gentile, regalandogli delle emozioni belle. Mi piace lasciare un bel ricordo e uno scambio di energia positiva, bella. Quindi sì, suggerirei di essere positivi e allegri.

D - E in questa fase della musica italiana, c’è di che essere allegri e positivi? Sa, con tutta la polemica sui talent, la qualità generale dei testi che si starebbe abbassando…

R - Personalmente cerco sempre di guardare il bicchiere mezzo pieno. In questo momento diatribe e difficoltà ce ne sono sicuramente, ma preferisco guardare alle cose che mi piacciono, lasciando agli altri i commenti e le zuffe. Dal canto mio, ritengo che le canzoni vincano quando ti fanno venire la pelle d’oca, ma dovrebbero infondere anche una sensazione di serenità, di ottimismo, di “dài che ce la facciamo”, di conseguenza non mi piacciono quelle canzoni con l’elenco delle disgrazie personali, del tipo “io vengo dal quartiere tal dei tali” etc.. Capisco che fanno anche terapia, ma preferisco un altro tipo di comunicazione.

D - Il due dicembre lei parteciperà al Festival di Potenza, è la prima volta qui nel capoluogo?

R - Son già venuto, avendo fatto già serate in zona. Sono molto contento di essere ospite al Festival, anche perché ogni volta è la prima volta, come si suol dire. Oltretutto sarà la prima volta che canterò live, in pubblico, “Natale magico”, e sarà un vero battesimo. E poi ci sarà il mio amico Mario Bellitti, e quindi sarò ancora più contento.