- Redazione
- Sabato, 04 Febbraio 2023 08:34
di Antonella Sabia
Solo qualche settimana fa, destinata ad ANAS, Regione Basilicata, Provincia di Potenza, Comune di Potenza e stampa, la sig.ra Rosalba Romano, presidente dell’Associazione Italiana Familiari Vittime della Strada di Potenza, inoltrava una lettera per segnalare una condizione di pericolosità e richiederne formalmente la chiusura. Si tratta della confluenza in località Varco d’Izzo sulla Basentana, proprio a ridosso del tratto di strada interessato dall’autovelox che tanto fa parlare di sè per l’enorme quantitativo di sanzioni elevate in pochi mesi. “Si segnala la pericolosità della confluenza in località Varco D’Izzo s.s. 407 Basentana direzione Potenza km 466 + 745 – si legge nella missiva - in quanto realizzato senza la previsione di una corsia di accelerazione che possa consentire agli automobilisti di mettersi sulla Basentana, senza grave pericolo per la regolare circolazione”. Abbiamo sentito la signora Romano, che ci ha ribadito quanto scritto, ma di non essere affatto “contro” l'Autovelox in sé, preoccupata più in generale dalla situazione delle strade lucane, che riportano trend sempre più negativi per quanto concerne l’aspetto degli incidenti stradali.
d: Che ruolo ha l’Associazione e quali attività svolge sul territorio?
r: Prima di tutto offriamo consulenze gratuite, legali, peritali e psicologiche ai familiari delle vittime e alle vittime che hanno subito un danno a seguito di un incidente, che sia fisico o psicologico. Il nostro compito è quello di indirizzarli e offrire tutte le informazioni di cui necessitano. L’A.I.F.V.S ha sedi su tutto il territorio nazionale, ma purtroppo sembra che in Basilicata si voglia boicottare l’associazione, talvolta sono altri professionisti a consigliare di non rivolgersi a noi, molto probabilmente frenati dal timore di quello che potrebbe accadere. Personalmente da oltre vent’anni mi occupo di sicurezza stradale, poiché ho perso mio marito in un incidente proprio sulla Basentana nel 2001, vado nelle scuole a fare corsi di formazione sulla sicurezza stradale che durano anche 36 ore nell’arco dell’anno.
d: Nell’associazione quindi gravitano anche esperti nelle varie materie?
r: Sono a disposizione di chiunque abbia bisogno, chiaramente la consulenza è gratuita, per poi chiedere eventualmente di essere seguiti, senza alcun obbligo. Purtroppo i processi e le cause per gli incidenti stradali sono molto difficili da combattere, perché la persona che non c’è più, ovviamente non ha più voce in capitolo e bisogna cercare le prove di innocenza, non sempre questa cosa risulta facile, ed è necessario che questi avvocati abbiano gli “attributi”. Purtroppo va detto che spesso si assiste a casi di omertà, perché la gente vuoi per paura e timore, preferisce non mettersi contro nessuno. Personalmente quando mio marito morì, ho intentato una causa contro l’ANAS, nonostante mio fratello lavorasse lì, l’abbiamo anche vinta, ma ci abbiamo messo 15 anni.
d: Con l’amministrazione comunale, ma anche con quella regionale che rapporti avete? Avete mai organizzato qualche evento insieme?
r: Nella maggior parte delle cose che ho fatto, ho sempre camminato da sola, anche la sede dell’associazione, ho dovuto acquistarla a mie spese. Credo che il problema sta nel non capire che il problema non è solo il mio, non è di 10-20 persone, ma potrebbe essere di tutti i cittadini, perché una cosa del genere potrebbe capitare a tutti, la morte non fa distinzione e io non auguro a nessuno quello che ho passato io, è un trauma da cui non guarisci più. Purtroppo la giustizia è lenta e talvolta approssimativa, gli enti locali nonostante io abbia scritto per anni, mi hanno supportato poco, negli anni però ho trovato l’appoggio di ex sindaci, ma non di Potenza. Solo con Santarsiero riuscii a prendere dei contributi per due campagne di sensibilizzazione, poi posso fare il nome di Michele Miglionico, ex sindaco di Satriano che è sempre stato vicino alla causa e abbiamo fatto tante iniziative insieme. Ci vuole molta sensibilità e bisogna crederci, non bisogna avere paura di supportare una giusta causa. Posso dire però che con i miei soli sforzi, alla fine provo a sensibilizzare la cittadinanza sulla sicurezza stradale, girando nelle piazze dei paesi e nelle scuole. Se ci fosse anche collaborazione da parte degli enti locali, allora forse anche in Basilicata potremmo dire che gli incidenti vanno via via diminuendo, invece il trend rimane sempre negativo: siamo stati infatti paragonati a Milano, e ovviamente il paragone non regge. Anche nell’associazione ci sono circa un migliaio di iscritti, talvolta però non c’è grande partecipazione come vedo altrove, per esempio al Nord dove dimostrano di avere molta più sensibilità.