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di Walter De Stradis

 

 

 

E’ il primo pomeriggio di martedì, al Viviani, e da un paio di giorni a Potenza è tornato il clima che gli è più consono, con un vento dispettoso e non senza qualche goccia d’acqua. Ma per il patron del Potenza Calcio, Donato Macchia, all’antivigilia della (seconda, per lui) presentazione della squadra, non ci sono nuvole che incombono sulla società rossoblu.

d - Presidente, per lei questa è la seconda presentazione del Potenza. Cosa c’è di diverso in lei rispetto all’anno scorso? Maggiore consapevolezza? Minore “ingenuità”? Maggiori/minori aspettative?

r - La cosa che più mi tranquillizza è l’aver preso le misure ai meccanismi di iscrizione al campionato. Sono a dir poco “diabolici”: a causa della loro complessità, se sbagli una virgola, sei fuori, e di cose del genere se ne vedono e ne abbiamo viste. E questo posso dirlo con tranquillità dopo un anno di gestione, partita con una macchina azzerata (perché noi qui non abbiamo trovato nulla, e sottolineo nulla; abbiamo dovuto ripristinare tutto il meccanismo organizzativo, dalle competenze più semplici a quelle più strutturate). Pertanto, sì, abbiamo un anno di esperienza, che non è poco, poiché abbiamo approcciato tutto con delle competenze puntuali, con delle rigorosità, con un piano di lavoro che -devo dire- ci ha dato grandi soddisfazioni.

d - E ritiene di aver “preso le misure” anche alla tifoseria? Non sarebbe poco neanche questo, considerata la piazza.

r - Non esiste “prendere le misure” a una tifoseria. Come si fa? La cosa davvero importante, nei rapporti con i tifosi, è essere “a parte civile”. Mi spiego: si tratta di garantire ai supporter l’iscrizione della squadra; gestire in maniera sana, e non far nascere problemi come quelli verificatisi in passato, quando non s’erano potuti garantire nemmeno i servizi essenziali. Poi, certo, è normale, la tifoseria vorrebbe la Champions, ma è anche giusto da parte sua comprendere gli sforzi. Fare una società di calcio, tenerla pulita e ordinata, è una cosa complessa; lo è parimenti la programmazione tecnica. Ma ci vuole il tempo. E se si fanno le cose non avendo del tempo a disposizione, si ripete quanto è più volte accaduto (leggi fallimenti): a un certo punto, infatti, il Potenza Calcio non esisteva più nelle dinamiche, nelle considerazioni, in pratica, il “brand” era sotto la sabbia. Non c’era più nulla. Nulla!

d - Adesso dunque la società è in salute.

r - Di più: avendo fatto un lavoro forse mai svolto prima, in un anno, il brand “Potenza Calcio” è diventato un modello nella Lega Pro. E non lo diciamo noi, ma lo dicono la Lega stessa e anche i club degli altri gironi. Hanno un gran rispetto per noi.

d - In sostanza, lei dice, il Potenza ha riacquisito credibilità.

r - Sì, e anche tanta.

d - A questo punto però un tifoso potrebbe chiederle: “Presidente, all’atto pratico, in cosa si traduce per il Potenza tutta questa credibilità?”

r - In primis, nell’aver recuperato dignità. E’ accaduto che in passato, coloro che affermavano in giro di avere nel cuore il Potenza Calcio, rappresentavano una società che dignità non aveva.

d - Spesso si sente dire che i tifosi sono “azionisti” di una società. In che misura, per lei, questa affermazione è veritiera?

r - I tifosi sono azionisti, ma non lo sono sotto il profilo del contributo economico. Voglio chiarire, perché questo è un limite che la piazza potentina continua ad avere (almeno, io lo sto costatando ora). Il Potenza Calcio, seppur riferibile al capoluogo piccolo di una piccola regione, può e deve avere palcoscenici migliori; ma affinché si arrivi a questo, ci vuole il contributo di tutti. Non servono a nulla i “bla bla bla” di taluni (che il Potenza lo amano poco, evidentemente). I tifosi affermano che “l’importante è che il Potenza scenda in campo”; tuttavia il nostro compito non è solo quello. Noi dobbiamo programmare il futuro. E il futuro non lo si programma facendo operazioni pazze. Bisogna investire sui giovani, organizzando le strutture necessarie, cosa difficilissima. Senza tutto questo, a meno di concomitanze fuori dall’ordinario, non c’è operatore economico che possa mantenere una società professionistica ai massimi livelli. In sostanza, si concretizza una società sana solo nel momento in cui cresce e programma, e solo a quel punto si può ricevere rispetto e anche -giustamente- ambire a traguardi maggiori.

d - Nel frattempo, voi avete puntato molto anche su un Potenza “di prossimità”, facendo girare la squadra nei quartieri della città...

r -...E nella provincia

d -...Incontrando la gente. Una cosa che mi pare inedita.

r - Ci stiamo rendendo conto che il calcio può avere una funzione straordinaria. Sociale ed ECONOMICA. Molte volte le amministrazioni pubbliche non sanno leggere questo dato, pensando che lo sport sia un comparto insignificante sotto il profilo economico. E’ invece un dato assodato che per ogni euro che le strutture pubbliche investono nello sport, ne ritornano tre. Infatti, con lo sport c’è meno incidenza sanitaria, e tanta altra roba. Sì, noi abbiamo un progetto inclusivo, abbiamo messo su, in parallelo, la Fondazione Potenza Futura. Abbiamo un team straordinario. Guardi, la nostra è ormai un’azienda, che merita il rispetto che ha. Dà lavoro a tante persone.

d - Passiamo un attimo alla questione stadio...

r -...Ma anche qui, debbo dire, con l’amministrazione comunale abbiamo impostato un rapporto basato sulla lealtà pura. Io ho detto loro: guardate, da voi non verrò mai col cappello in mano. Do rispetto e in cambio mi aspetto lo stesso. Ognuno deve fare ciò che è di sua competenza. In tutta verità, mi sono sentito sollevato quando il Sindaco ha detto “Per la prima volta non sarò anche il presidente del Potenza Calcio”: in passato, per taluni piccoli periodi, è accaduto spesso che al primo cittadino venissero consegnate le chiavi della società.

d - Il sindaco non sarà presidente del Potenza Calcio, ma non vedremo mai neanche un “onorevole Macchia”?

r - No. Attenzione, io ho dichiarato che non farò mai il politico in prima persona, ma questo non esclude il poter dare un contributo di idee. Perché avvertiamo l’esigenza che qualcosa debba accadere. Pur col poco tempo avuto finora disposizione, qualcuno dice che noi -dal canto nostro- qualcosina già l’abbiamo fatta, ridando il sorriso a una città totalmente spenta. Stiamo facendo questa intervista in un luogo che prima non c’era (il bar interno –ndr) . I primi soldi noi li abbiamo investiti nello stadio, perché era un letamaio. Ora è un posto a cui noi abbiamo ridato dignità. Questo luogo ormai io lo chiamo “Via Pretoria 2”: non c’è giorno, la mattina o la sera, che non vi sia gente, a prescindere dalla presenza di eventi o meno. E allora, faremo tutto quanto è necessario. Mi sento dunque, moralmente, impegnato a dare un contributo di idee, di pensiero, per far accadere qualcosa che possa aiutare chi ha deciso di rimanere in questa terra e viverla. Come noi. Di sicuro non ci gireremo dall’altra parte.

d - Riassumendo, lei finora è soddisfatto...

r -...Come no.

d - Non ha mai detto o pensato “Chi me l’ha fatta fare”.

r - No. All’inizio dichiarai quattro cose (che abbiamo realizzato e che sono sotto gli occhi di tutti). Uno: sdebitare la società (abbiamo trovato un debito societario vicino ai quattro milioni). Due: le infrastrutture. Abbiamo subito investito un milione e mezzo. E lo vedono tutti. Tre: i giovani. Abbiamo ricostruito un progetto che era ai minimi termini. Ci siamo presi il lusso di arrivare terzi con la Primavera Tre. Quarto: la salvezza. Non solo ci siamo salvati belli tranquilli, ma... come ben sa, saremmo potuti andare molto oltre.

d - In conclusione, mi dica una cosa che in quest’anno invece l’ha fatta incazzare.

r - (Sorride) Le cose possono essere tante o non esserci affatto... Guardi, voglio dirle questo: quando un imprenditore cresce in un territorio, ha il dovere di donare qualcosa al territorio in cui cresce. Questo significa che egli deve operare consapevole del fatto che potrebbe anche arrabbiarsi. Ma se vuoi fare questo tipo di lavoro, le arrabbiature devi metterle da parte.

 

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POTENZA CALCIO – «Caturano rimane, ma arriverà anche un grande centrocampista»

 

di Antonella Sabia

 

Prenderà il via domani, con un esordio casalingo, la stagione 2023-24 del Potenza Calcio. Si riparte da una certezza, la fascia di capitano rimane sul braccio di Caturano, che è stato riconfermato proprio durante la presentazione della rosa che si è svolta giovedì allo Stadio Viviani, sul campo verde diventato ancora una volta palcoscenico per raccontare il futuro rossoblù. Su di lui si erano concentrate le maggiori voci degli ultimi giorni, perché l’attaccante era stato a lungo corteggiato dalle BIG del girone, Crotone e Benevento in primis. L’arrivo di Asencio, poi, non ha fatto ben sperare in una sua permanenza con la maglia rossoblù, e invece si può dire che questo sia stato il miglior colpo di mercato da parte del Presidente Macchia. Proprio su questo, ha dichiarato durante la Presentazione:“Salvatore Caturano vale quanto tutti gli altri giocatori, ma su di lui si sono scatenati tanti club che ambiscono alla B. Non ultimo il mio amico del Benevento, che ha fatto anche offerte consistenti. Però siamo riusciti a trattenere un ragazzo che ha ricevuto richieste da far tremare i polsi, si può rinunciare al compenso, ma bisogna rimanere con orgoglio e fierezza”.E sempre in merito alla squadra, il major del Potenza Calcio ha inoltre affermato:“Abbiamo una rosa di valore, a partire dal mister, sicuramente ci toglieremo molte soddisfazioni. Il tifo non ci serve per fare botteghino, ma per sostenere la squadra”. E ha inoltre congedato il pubblico rossoblù che ha affollato la tribuna del Viviani, con la notizia di una chiusura di mercato importante: “Arriverà un grande centrocampista”, ha riferito Macchia. Proprio mentre andiamo in stampa, si chiuderanno le porte dello Sheraton di Milano, e potremo avere certezza di chi sarà l’ultimo acquisto del Potenza che chiuderà la rosa di mister Colombo e si presenterà domenica alle ore 20:45, sul prato verde del catino casalingo, contro il Brindisi. Si è a lungo parlato di Pasquale Schiattarella, centrocampista campano, in forza al Benevento, ma solo tra qualche ora si avrà la certezza.

ACQUISTI E CESSIONI – Di seguito acquisti e cessioni del Potenza Calcio nella sessione di mercato estivo. IN: Edoardo Saporiti, Alessandro Calvosa, Luciano Pisapia, Antonio Porcino, Luca Gagliano, Mario Francesco Prezioso, Rosario Mariano Maddaloni, Asan Mata, Andrea Hristov, Kevin Candellori, Mattia Rossetti, Raúl José Asencio Moraes. OUT: Vincenzo Polito al Messina, Emanuele Schimmenti, Gabriele Rocchi al Latina, Fabia Alagna.

ABBONAMENTI – Terminerà oggi, alle ore 20, la campagna abbonamenti #ViviilViviani per la prossima stagione sportiva. Ad oggi pare che i numeri si attestino intorno ai circa 800 abbonamenti.

INNO – Proprio durante la Presentazione ufficiale è stato scelto il prossimo inno del Potenza che farà da cornice alle gare casalinghe del Potenza. A sorpresa, ad aggiudicarsi il contest indetto dalla società in collaborazione con il Festival Musica Senza Etichetta e la pagina d’informazione web Il Potentino, sono stati SiscoeGarracash, che hanno ribaltato un risultato parso ben più atteso. Avevano infatti ottenuto più “like” su Youtube (dato che influiva al 60% sull’esito finale) le proposte di Antonello Favale e Claudio Silvestrelli, gradimento popolare rispetto al quale si è però rivelato decisivo il voto della giuria tecnica interna.