- Redazione
- Sabato, 22 Aprile 2023 08:39
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di Walter De Stradis
Cinquantun anni, avvocato, già vice-presidente della Provincia di Potenza (quando votavano ancora i cittadini, precisa), ha l’eloquenza rapida del legale che deve sintetizzare concetti complessi. Da meno di un anno (giugno 2022), Massimo Macchia è il sindaco di Marsico Nuovo.
d: Come giustifica la sua esistenza?
r: Con la voglia di restituire qualcosa alla mia comunità, ridando ai nostri figli qualcosa che abbiamo avuto in prestito, in questo caso una Marsico migliore. E’ il significato di un proverbio degli Indiani. Qui c’è il dramma dello spopolamento…
d: … e lei ne sa qualcosa, visto che mi risulta nato in Svizzera.
r: Sono ORGOGLIOSAMENTE figlio di emigranti, sì. E oggi posso dire che Marsico ha una bella realtà di inclusione, grazie e delle strutture che ospitano minori stranieri non accompagnati.
d: Oggi, 19 aprile, è il centenario di Rocco Scotellaro. Al di là delle facili retoriche (di cui in queste ore c’è sovrabbondanza), si può cercare di dire qualcosa che non viene detta spesso, o mai?
r: Dire qualcosa di inedito su Scotellaro è un’impresa, Walter, e sicuramente si scade nel già sentito e nello sbadiglio. Di lui se ne dovrebbe parlare tutti i giorni? Già detto e ridetto, anche questo. Proviamo dunque a immaginare un discorso identitario: il punto è avvalersi di questi personaggi, in cui si identificano le nostre comunità, e fare di loro un’occasione di rilancio. Lei ha già capito che mi riferisco, per quanto riguarda Marsico, a Georges Brassens
d: Il “padre” dei cantautori italiani.
r: Nonché un esempio plastico di Emigrazione lucana.
d: I nonni materni erano di qui.
r: E lei sa anche bene che, da qualche anno, Marsico ha iniziato un percorso per valorizzare quella figura (il Premio Brassens estivo), e che può essere un’occasione di sviluppo e di crescita. E qui mi riallaccio a Scotellaro: si tratta di riappropriarsi delle proprie radici e della propria identità. Allora io dico: costruiamo delle opportunità, su Scotellaro, come su Brassens.
d: E lei cosa immagina, nel concreto? Una scuola per cantautori, non so…
r: Partiamo da un particolare che forse i più ignorano: Brassens in Francia è una vera potenza, l’equivalente di Maradona a Napoli. Allora, visto e considerato che qui ci sono anche delle multinazionali francesi (attive nel petrolio), si può davvero escludere che Brassens si tramuti in una vera occasione di rilancio per Marsico e per il comprensorio? Io penso di no. A cosa penso io allora? A un contenitore culturale. Brassens relegato a una manifestazione cantautorale, di grandissima levatura, ma limitata a sole quattro ore all’anno, è qualcosa dal respiro corto. Pertanto, un contenitore culturale più ampio, che parli di musica, di musica popolare nostrana, delle nostre radici, ma anche dell’Emigrazione, potrebbe farci intravvedere un’opportunità.
d: Un museo?
r: Qui abbiamo la casa degli avi di Brassens, e ho detto tutto. Sono idee che stiamo provando a strutturare: insieme ai miei indispensabili collaboratori negli uffici (una squadra straordinaria, che ringrazio), stiamo cercando di candidare un’idea su Georges Brassens per il contenitore del patrimonio dei Beni Intangibili della Basilicata, per cercare di rinvigorire tutto il discorso, da qui a tre/cinque anni.
d: Marsico è un comune interessato dal petrolio, che riceve royalties dirette. Quanti soldi avete preso nel 2022? Nei comuni in cui queste royalties non ci sono, Potenza compresa, ci si chiede spesso: “ma di quei soldi, lì, che ne fanno???”. E qui, i cittadini (domanda che rivolgo sempre) sono contenti del petrolio? Insomma, tutti questi soldi si tramutano in risultati concreti, o si sta lì a rifare il viale dieci volte?
r: I temi sono tanti. Partiamo dai dati: i soldi presi dal Comune nel 2022 sono circa un milione e cento (potrei sbagliarmi di poco), che rispetto al 2021 è qualcosa in più, ma che è assolutamente in media con gli anni anteriori. Ci sono stati anni in cui sono arrivati anche due milioni, ma si può dire che per un Comune come Marisco prendere un milione e due è una cosa normale. Poi c’è il PO Val D’Agri, i fondi Ripov, e noi da due anni prendiamo 650mila euro, un appannaggio, mi rendo conto, che certamente non appartiene a tutti i comuni. Marsico è contento del petrolio? Mmm. Se parliamo di ricadute, è chiaro che tutti i cittadini, come tutti i Lucani, si aspettano qualcosa in più: lavoro, innanzitutto. E qui sono le scelte della politica che incidono.
d: Lei riesce ad essere di peso, sui tavoli, per far assumere i cittadini di Marsico?
r: (Sorride) Io non mi sono mai seduto a un tavolo in cui qualcuno discuteva dei posti da attribuire. Allo stato attuale c’è una tensione, che è quella della messa in produzione del pozzo Pergola Uno, un pozzo “cluster”. Si tratta di un progetto che Eni aveva già presentato in precedenza, ma di cui aveva poi revocato l’istanza in quanto la posa dell’oleodotto passava attraverso dei luoghi non ottimali; l’istanza è stata ripresentata adesso, ed è pendente il termine per depositare delle osservazioni. Noi abbiamo fatto già un consiglio comunale ove è stato deliberato di costituire una commissione che in questi giorni depositerà sicuramente delle osservazioni su questo progetto. Sia chiaro che, fare oggi una guerra “di religione”, è dire “sì” o “no” al petrolio, è una cosa fuori tempo massimo. Tuttavia sento ancora chi prova a fare politica vendendo fumo.
d: Sarebbe ormai impossibile azzerare e dislocare tutto.
r: Posso fare una battuta? E’ come se io e lei ci mettessimo a discutere se è bello o meno avere i capelli: io e lei non ne abbiamo, e dobbiamo rassegnarci. Allo stesso modo, il nostro è ormai un territorio che vive il fenomeno delle estrazioni petrolifere. Punto.
d: Quindi non resta che massimizzare gli utili?
r: No. Lei si sta portando avanti. No: in consiglio comunale ho chiarito che questo ragionamento non significa aprire le porte a qualsivoglia fenomeno estrattivo. No, saremmo i primi a incatenarci davanti ai cancelli che contano. Non è un ragionamento cerchiobottista: bisogna essere attenti al territorio, ma occorre sapere che noi non possiamo dire “no a priori” al petrolio, non ne abbiamo nemmeno l’autorità, altrimenti non saremo presi sul serio qualora avremo qualche tema serio dal punto di vista ambientale. La nostra eventuale battaglia non sarebbe proprio presa in considerazione. Quindi occorre essere molto lucidi e focalizzarsi su argomenti quali ambiente, lavoro, sviluppo (che è “crescita strutturale”, e non si esaurisce nel lavoro, che è solo “congiuntura”). E’ riuscito dunque il petrolio a rappresentare una crescita strutturale nei nostri territori? Se la domanda è questa, io dico forse, ma probabilmente non abbastanza.
d: Cosa è mancato?
r: La capacità di coniugare il fenomeno estrattivo a tutto il percorso di formazione e scolarizzazione. Le pare normale che in Val D’Agri -e in Basilicata- non ci sia un Dipartimento dell’Università per l’Ingegneria Mineraria, e che sia all’avanguardia in Italia?
d: Insisto: con le royalties cosa state facendo per i cittadini?
r: Noi approveremo il bilancio il 28 aprile, pertanto finora si è ragionato su quelli approvati da chi mi ha preceduto. Si sappia che le royalties “drogano” i bilanci dei comuni.
d: Sembra che i soldi ci sono, ma poi non ci sono?
r: No, i soldi ci sono. Ma se, tragicamente, oggi venissero d’improvviso meno le royalties, avremmo un Comune in disavanzo, e lo stesso vale per gli altri. Marsico, di suo, ha fatto la scelta di non far pagare il trasporto scolastico, ma non tutti i comuni lo fanno, e potrei continuare. Dunque la prima scelta è sotto il profilo dei servizi.
d: Sono scelte che avete ereditato.
r: Sì, ma le faccio un esempio: noi abbiamo recuperato un pullman della Iveco, che stava buttato in un magazzino, e con i soldi delle royalties lo abbiamo ristrutturato. Abbiamo un servizio navetta che funziona a chiamata, su tutto il territorio. Cerchiamo poi di essere attenti alle diverse istanze: in Viale Regina Margherita, seppur di competenza della Provincia, le buche le chiudiamo noi. Royalties è anche questo. Ovvero civiltà.
d: Lei però ha detto una cosa importante: “Non ho l’autorità per sedermi con le Compagnie e chiedere posti di lavoro”. Ha poi aggiunto “Non è normale che l’Università qui non abbia un Dipartimento etc.”. Allora le chiedo: è contento di come i tavoli della questione petrolio siano stati gestiti da altri (Regione) per conto suo e dei suoi cittadini?
r: Mmm. Lei ha fatto un abilissimo giro per portarmi a dire delle cose, ma la risposta è ovvia. Perché I CITTADINI non sono contenti, la Basilicata ha perso TRENT’ANNI di opportunità, TRENT’ANNI di occasioni. A me non interessa difendere una classe politica, ma da amministratore oggi dico: quel che è stato è stato, ma non facciamo gli stessi errori. Le royalties non ci saranno all’infinito: chiedere di aumentare, triplicare le royalties significa solo gettare altra benzina sul fuoco. Noi dobbiamo far sì che quello diventi un fuoco che si alimenta SENZA la royalties. Bisogna creare qualcosa di STRUTTURALE nella nostra regione.
d: Gli argomenti sono tantissimi, ma il tempo è limitato. Facciamo un passaggio sul PNNR. L’economista D’Agostino dice: «La Svimez ha fatto uno studio da cui emergono dati molto preoccupanti: più della metà dei Comuni ritengono le procedure del piano troppo complesse…»
r: … Vero. E’ follia. Gli adempimenti sono troppi, impensabili. Domani io mica posso assumere venti persone…
d: «Pesano le carenze di organico degli enti locali». Voi come siete messi?
r: Pochi anni fa avevamo 43 dipendenti, oggi ne abbiamo 13. E’ devastante. Ci sono stati pensionamenti, e chi mi ha preceduto ha avviato solo alcune procedure concorsuali (il che ci ha comunque dato dei giovani molto preparati). Noi adesso assumeremo altro personale, avvalendoci di graduatorie già esistenti.
d: D’Agostino: “Il ricorso a consulenze esterne da parte dei comuni è tutto da valutare”
r: Noi abbiamo fatto un bando (ma sono sempre fondi del Pnrr) che consente di assumere due professionisti per la gestione di quelle procedure.
d: «Il 40% delle amministrazioni ha una conoscenza parziale delle gare del Pnrr»
r: Sì. In tutto il sistema dei bandi e delle gare, arrivano istanze in tempi talmente stretti, e il più delle volte richiedono un livello di progettazione già elevato (quello di fattibilità). Altrimenti non ti finanziano! E io-sindaco con quali soldi faccio un bando definitivo? Prenda il bando della metanizzazione fatto dalla Regione: Marsico è quarto (in via preliminare), ma i tempi a disposizione per fare il progetto definitivo sono sessanta giorni! Non potevano essere novanta?! Una cosa enorme, per un Comune come il nostro. Ne consegue che abbiamo un tecnico che ci lavora giorno e notte (perché il finanziamento non possiamo certo farcelo scappare). Ma noi abbiamo la fortuna delle royalties, e possiamo farlo, ma gli altri, che royalties non ne hanno?
d: Si attaccano.
r: Probabile.