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Per esigenza di chiarezza con i Lucani che seguono il mio intervento settimanale su Controsenso e circa un episodio che credo significativo non solo della parabola del Psi ma di quella ch’è definita la “crisi del sistema dei Partiti”, riporto di seguito lo scritto inviato a l’Avanti della domenica, giornale del Psi (Partito nel quale, com’è noto, ho militato e sarei molto felice ritornasse possibile). Si tratta di una testimonianza circa il ruolo insostituibile del dibattito e del confronto, del “metodo democratico” indicato dalla Costituzione come essenziale al corretto funzionamento dei Partiti : strumento indispensabile alla Democrazia. Craxi, grande statista, fu definito “decisionista” e tale risulta anche dal “mio” episodio. Son convinto che chi guida debba esserlo per non farsi travolgere dagli eventi, spesso rapidi ed imprevedibili; ma che su questioni strategiche e sui punti cardinali (come ad esempio il sistema elettorale e la stessa selezione dei candidati) sia ineludibile la modalità fissata dalla Carta. Potrei anche testimoniare che lo stesso Craxi, quando constatò di aver sbagliato circa il secondo di tali punti (in una vicenda molto drammatica coinvolgente il Psi lucano) decise di “spiegarsi”.. convocandomi per un’ora di colloquio. Non si può dunque dire che i personaggi “storici” si comportino in modo uniforme: anche in relazione ad un giudizio laudativo di Pajetta su di un suo intervento in Aula, mi si rivelò tutt’altro che duro ed anzi molto “sensibile” (come del resto appare nell’ormai famoso Hammamet). Nel caso della divergenza che riporto di seguito, si trattava purtroppo della legge elettorale e con richiamo ad un articolo apparso la settimana precedente sull’Avanti. Eccolo : “Ugo Intini….. individua giustamente nel “sistema elettorale forzatamente bipolare” l’ostacolo al “crescere”, anche in Italia come in molti Paesi europei, di “una forza ….socialdemocratica organizzata”. Quando la strada del bipolare fu intrapresa con il Mattarellum, non soltanto votai contro.. temendo esattamente questa involuzione, ma- nella Commissione Affari Costituzionali della Camera - mi opposi ripetutamente. Ed in contrasto con la linea assegnata dal Partito a Silvano Labriola, che dirigeva il Psi sulla materia. Avevo già insistito, in quella che forse fu l’ultima riunione del Gruppo al Quarto piano di Montecitorio, a sostegno del proporzionale: in favore del ruolo di ago della bilancia svolto dal Psi e per la sua stessa sopravvivenza.! Craxi non argomentò, ma mi redarguì bruscamente come “incompetente” (seppure il Psi mi avesse assegnato in Prima Commissione, alla Presidenza in quella dell’inchiesta sulla Condizione Giovanile, oltre che a Cultura e Scuola nella Settima !), suscitando l’ilarità di quasi tutti gli altri deputati (Martelli era uscito dall’inizio; l’estensore del verbale ne sosterrà poi lo smarrimento; quei locali da tempo assegnati ai Socialisti ben presto furono occupati dai Berlusconiani! ). Noto che autorevoli “nostri” intellettuali avevano ipotizzato un percorso alla Mitterand e che non a caso Intini ricorda come “nella fase finale della sua segreteria, Craxi (avesse) immaginato ...un’alleanza a guida socialista con l’ex Pci”. Del resto, senza l’ok del Psi, come sarebbe stato possibile il Mattarellum? L’errore decisivo venne dunque da Craxi e ben prima che lo ripetessero “Letta e Conte… con la maggioranza .. di cui disponevano”. Credo sia da riconoscere che il Psi cadde in un deficit di democrazia proprio perché, grazie alle sue eccezionali capacità, Craxi lo dominava; e che sia anche da sottolineare come tale costume, tuttora diffuso, impedì si evitassero altre improvvisazioni decisive (come in occasione del discorso del 3 luglio, forse da organizzare in una serie di altri interventi di socialisti per sventare l’elusione del tema da tutti gli altri Gruppi che usarono il silenzio per focalizzalo su di Lui) e tacere l’errore di candidature che poi sarebbe stato costretto a ritirare! Riflettere sui tutto ciò che portò alla dissoluzione diventa ora necessario se davvero si vuole la “ricomposizione della diaspora”: ed ..ammettere che la “crisi democratica” ci ebbe tra i responsabili! Nel congresso Pd circola l’aspirazione al laburismo ; ma temo sia senza effetto, se non si ammette che l’assenza del “metodo democratico” (art 49) ha costituito-e continua ad essere- causa non minore della crisi del sistema. Resto perciò convinto che per riaprire una possibilità alla nostra democrazia necessiti anzitutto riaccendere la fiducia degli elettori nell’ effettivo esercizio della sovranità!”” ns