- Redazione
- Sabato, 08 Ottobre 2022 08:30
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di Walter De Stradis
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l 30 marzo 2017 l’Europa ha messo l’Italia sotto infrazione comunitaria per aver fatto due cose gravissime: aver trasferito il Corpo Forestale nell’Arma dei Carabinieri e aver annientato, di fatto, le polizie provinciali. Ma adesso il controllo sulle specie selvatiche e sulla fauna migratoria chi lo fa? Non lo fa più nessuno. L’Europa ci aveva dato due anni di tempo. Il tempo è scaduto, e noi, come Stato membro, non abbiamo ancora risposto su questo procedimento di infrazione, a proposito del potenziamento di quelle forze di Polizia. La conferenza Stato-Regioni, sempre in quel marzo del 2017, aveva stabilito che bisognava rimuovere gli ostacoli affinché le polizie provinciali ritornassero ai numeri precedenti alla riforma Delrio. Le posso dire che in cinque anni non è successo assolutamente niente. Speriamo che il nostro Legislatore prenda coscienza, ed eviti ulteriori infrazioni comunitarie».
La parole del colonnello dott. Pasquale Ricciardella, Comandante della Polizia Provinciale di Potenza, non lasciano spazio a interpretazioni. E pensare che è proprio da un ufficio come il suo che partono le denunce più importanti (spesso clamorose) sulle faccende attinenti all’inquinamento dalle nostre parti.
d: Colonnello, le competenze in capo alla Polizia Provinciale sono molte, e molto importanti, tuttavia il cittadino medio sembra ancora conoscervi poco…
r: …sì, paghiamo lo scotto di un Ente, quale è la Provincia in sé, che è stato a dir poco bistrattato, tant’è che il Legislatore voleva sopprimerlo del tutto, unitamente ai relativi corpi di Polizia (cosa che non è successa). Tuttavia, quella fase di transizione per noi è stata deleteria, stante l’obbligo di dimezzare il personale: eravamo 35 unità, oggi siamo rimasti in 9 (più 4 in ufficio).
d: Voi eravate la vecchia Polizia Ittico Venatoria…
r: Eravamo una polizia ambientale di prossimità che, oltre alla tutela degli animali e delle specie ittiche, si occupava anche dei corsi d’acqua. E quando facevamo questo lavoro, non c’era ancora l’emergenza sulla sovrappopolazione dei cinghiali che ci ritroviamo ora!
d: Ancora oggi, la vostra competenza precipua è quella ambientale.
r: Noi siamo essenzialmente una Polizia ambientale. Svolgiamo una serie di funzioni “proprie”, che sono quelle della Provincia. La tutela ambientale la pratichiamo attraverso i controlli su qualsiasi forma di inquinamento, sia di tipo preventivo, sia sul rispetto delle conformità. Siamo un organo di polizia giudiziaria specialistica. In provincia a occuparci di queste materie siamo noi, i Carabinieri Forestali e quelli del Noe.
d: La vostra attività è però un po’ particolare.
r: Certo, in quanto ci deriva da una competenza storica –sulle attività ittico e venatorie (facciamo parte del coordinamento regionale sulla peste suina e ci occupiamo del contenimento delle specie di caccia e di quelle protette)- che oggi ci è comunque delegata dalla Regione Basilicata (altra conseguenza della legge Delrio). Inoltre, essendo la Provincia l’ente titolato al rilascio delle autorizzazioni ambientali per gli stabilimenti industriali, noi Polizia- in collaborazione col dirigente dell’Ufficio Ambiente- abbiamo attivato una pianificazione di controlli che vanno di volta in volta a verificare la conformità al titolo autorizzativo (ad esempio sui camini che producono emissioni in atmosfera etc.).
d: Apprendo da un comunicato della Provincia che, per quanto riguarda gli stabilimenti industriali, ci sarebbero in corso 280 procedure di infrazione aperte, i cui esisti finali devono essere poi trasferiti all’autorità giudiziaria.
r: Non si tratta in realtà di “procedure di infrazione”, bensì di “procedimenti di bonifica”. Mi spiego, la legislazione nazionale affida alla Provincia i controlli sulle operazioni di bonifica. In provincia di Potenza ci sono delle realtà molto forti, diciamo, che vanno dagli sversamenti di petrolio della attività estrattive, al percolamento del deposito di carburante di un distributore di benzina. La Provincia ha dunque un compito importantissimo che è quello di individuare i responsabili dell’inquinamento; a ciò segue dunque un’ordinanza che obbliga costui alla bonifica. E naturalmente queste operazioni di bonifica vanno controllate. Lei immagini cosa comporta effettuare questa ricerca in un’area industriale. E’ un lavoro immane: prenda il sito, di interesse nazionale, di Tito, dove ci sono inquinamenti “storici” e aziende che hanno determinato l’inquinamento della falda acquifera e che sono andate via. Fare dunque anche una ricerca “storica” del responsabile non è semplice.
d: Quindi nella realtà parliamo di 280 bonifiche che non sarebbero state fatte?
r: Esatto. E’ un dramma, ma riguarda tutta l’Italia: sulle bonifiche, per forza di cose, si arriva notoriamente tardi, e poi, lei immagini, nella Provincia di Potenza ci sono solo tre unità che fanno questo (io e due tecnici)…Pensi alla questione Fenice, una questione che ho iniziato io stesso dal punto di vista penale, e che stiamo seguendo come Provincia di punto di vista amministrativo…
d: …certo viene da chiedersi come mai questioni così delicate (specie nella Basilicata del petrolio etc.) siano principalmente affidate a un piccolo corpo di Polizia che il Legislatore ha cercato pure di cancellare…
r: (sorride) Guardi, sono cose che attengono alla politica, e come ufficiale di polizia posso solo limitarmi a dirle che … “Se Sparta piange, Atene non ride”. In provincia di Potenza, tra noi, Carabinieri Forestali e del Noe, in tutto saremo poco più di una decina.
d: Anche il neo Presidente della Provincia, Giordano, che proprio oggi ha fatto il giuramento (mercoledì, ndr), ha parlato di “una difficoltà cronica di personale a disposizione”.
r: Esattamente. Sono trentasette anni che faccio questo lavoro, e ne ho visti passare di presidenti armati delle migliori intenzioni (e Giordano sicuramente lo è), ma il discorso cozza con una difficoltà oggettiva, ovvero i fondi destinati dallo Stato (che molto spesso invece di aumentare, ci vengono pure sottratti). La Provincia di Potenza stessa ha di recente bandito diciassette posti di lavoro, ma la Polizia provinciale non ne è interessata, perché ci sono altre esigenze che la volontà politica ha definito maggiori. E’ una questione di priorità, e quando la coperta è corta, da qualche parte bisogna pur tirarla.
d: Abbiamo parlato di inquinamento e di bonifiche fatte o non fatte, ma in generale, la situazione in provincia di Potenza è preoccupante o no?
r: Guardi, in tutti questi anni di attività (per molto tempo sono stato comandante del distaccamento che aveva competenza sull’area industriale di Melfi), ci siamo dovuti attrezzate, formare e abbiamo dovuto imparare. Si trattava di apprendere il più possibile su un apparato industriale moderno, nuovo e dinamico, e quindi capire e conoscere cos’è un “impianto complesso” o un “incidente rilevante”. Per fare un controllo in uno stabilimento, direttore, bisogna conoscere i processi produttivi. L’inquinamento trae origine proprio dai processi produttivi e dunque bisogna verificare se questi ultimi sono gestiti secondo norma. Faccio un esempio per i cittadini: se l’Eni faceva i controlli, come doveva, il petrolio nel Pertusillo non ci andava! Però mi faccia dire anche un’altra cosa: gli stabilimenti, quelli lucani, non sono secondi a nessuno.
d: In termini di sicurezza ambientale?
r: Sembrerà strano, ma come dicevo, l’industrializzazione lucana è recente, nuova, moderna. Le vecchie fabbriche non ci sono più, sono tutte dismesse (e infatti sono quelle, come accade ovunque, che danno problemi di bonifica). Ma oggi, dicevo, l’industria nella provincia di Potenza è nata con una mentalità nuova, ed è tecnologicamente avanzata (ci sono stabilimenti con certificazioni ambientali, ISO ed EMAS), ed è una cosa estremamente confortante, anche se noi non stiamo mai “tranquilli”: la perfezione non esiste e il nostro compito è proprio quello di raggiungere sempre il massimo (andiamo a controllare tanto al Centro Oli di Viggiano, quanto nella piccola carrozzeria che magari butta il barattolo di vernice nell’indifferenziato). A prescindere dunque dalle grosse multinazionali (petrolio e automotive), va dato atto all’imprenditoria lucana di tenerci davvero alla propria terra, e di avviare attività con criterio. In particolare, una gran bella realtà è quella dell’imprenditoria agricola e degli allevamenti (dotati tutti di biogas, bypassando così il problema dello smaltimento dei liquami e contribuendo al fabbisogno nazionale). Sono un vero fiore all’occhiello.
d: Tra l’altro la Polizia Provinciale di Potenza partecipa a un progetto del Ministero dell’ambiente per il quale vi è stato riconosciuto “l’alto valore di guida e di direzione, avendo dimostrato la qualità delle azioni messe in campo”.
r: Questa è una bella cosa. Come dicevo, noi siamo stati “costretti” a confrontarci e a formarci su una realtà di estrazioni petrolifere che non esiste altrove in Italia. Ci siamo dunque confrontati con forme di inquinamento “nuove”. Per dirne una: uno solo di quei 280 procedimenti di bonifica, ha comportato –da parte nostra- una relazione di circa 9 Gigabyte. Lei può solo immaginare cosa ci sia in 9 Giga di dati! Il progetto del Ministero dell’Ambiente si chiama “Mettiamoci in riga” e riguarda il coordinamento delle Province d’Italia proprio in merito ai procedimenti di bonifica. Il nostro lavoro, considerato dunque “best practice”, assorbirà buona parte di queste linee guida. Vorrei inoltre sottolineare la preziosa azione delle associazioni venatorie e ittiche, delle quali noi coordiniamo l’attività di vigilanza volontaria. Una potenzialità finora non sfruttata al massimo a causa di una normativa vetusta, ma è all’attenzione del Presidente Giordano un nuovo regolamento. La Regione, dal canto suo, dovrebbe attingere un po’ di finanziamenti per ristorare le spese di questo piccolo “esercito” di volontari, una risorsa molto importante.