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di Walter De Stradis

 

 

 

 

Dopo due anni di assenza, torna anche il “Maggio di Accettura”, il più importante e seguito fra gli originalissimi “riti arborei” lucani. Il “clou” dell’atteso evento religioso-antropologico si consumerà proprio fra oggi (sabato) e martedì prossimo, dopo tutti i ben noti passaggi: l’esbosco dell’albero del Maggio, il taglio della Cima e il trasporto in paese, la processione di San Giuliano, l’innesto della Cima con il Maggio, e infine la celeberrima “scalata”.

Pietro Varvarito è il giovane vice-sindaco del borgo lucano della provincia di Matera che vive nel mezzo di due splendidi boschi (Montepiano e Gallipoli-Cognato), ma anch’egli ha una doppia anima, essendo anche il leader e cantante degli “Accipiter”, gruppo di musica popolare conosciuto e apprezzato in tutta la regione, nato proprio ad Accettura.

d: Come giustifica la sua esistenza?

r: Cercando di fare qualcosa di utile insieme agli amici e alle persone che mi circondano, a maggior ragione da quando ho deciso di rimanere nel nostro piccolo borgo. Ho vissuto per undici anni in Lazio, per una scelta precisa, ma poi il richiamo del paese –anche in virtù della musica, perché mio padre faceva quello- è stato troppo forte e sono tornato.

d: Cosa le mancava di Accettura, che non trovava altrove?

r: Recentemente abbiamo ospitato dei Milanesi, e per loro stare qui un solo giorno equivale a un’intera vacanza. C’è in paese un modo di far sentire bene le persone, che a volte sottovalutiamo noi stessi.

d: Tra l’altro, in base a un’indagine che pubblicammo qualche mese fa, qui si registra un importante numero di centenari e di quasi centenari.

r: Rimanendo qui nelle loro case, gli anziani accetturesi sono attorniati da un’attenzione e da un affetto (da parte dei vicini etc.) che probabilmente non troverebbero nelle strutture preposte e o magari raggiungendo i figli al Nord, impegnati in quelle vite frenetiche.

d: Lei ha accennato al fatto che suo padre, Francesco, fosse anch’egli interprete di musica popolare, essendo stato il leader de “I Maggiaoli”: la sua esperienza con gli Accipiter si può considerare una prosecuzione di quel discorso?

r: Mio padre in effetti mi ha lasciato un archivio immenso, di testi e musiche, che io in larga parte sto riprendendo e facendo nostre. Proprio qualche giorno fa è uscito il video del nostro brano intitolato “U iashkaridd”, che è poi il recipiente tipico da cui si beve alla festa di San Giuliano, uno strumento di condivisione.

d: Cosa c’è di peculiare nella tradizione accetturese (che è comunque solo una parte del vostro discorso musicale)?

r: C’è questo dialetto molto “chiuso”, a tratti incomprensibile, ma che conferisce ai testi una metrica e un carattere particolari, specie laddove modi di dire antichi trovano “applicazione” nella realtà odierna.

d: Le crea una qualche difficoltà essere il vise-sindaco, ma anche il cantante del gruppo folk (semplificando molto) del paese?

r: Non mi crea difficoltà, ma cerco di tenere separati i due discorsi.

d: Cioè quando suona in altri posti (ove non la conoscono), non dice di essere anche il vice-sindaco di Accettura.

r: Esatto (sorride).

d: Il maggio di Accettura è uno degli eventi religiosi e antropologici più attesi della Basilicata e del Sud…

r: …ti accorgi subito che è una festa diversa dalle altre. Si respira un attaccamento addirittura maniacale, pensi che c’è chi –fra coloro che vivono fuori- si organizza un anno prima per venire qui. E in paese, in quei giorni, tutti contribuiscono, in virtù dell’attaccamento alle tradizioni e a San Giuliano Martire stesso. Se incontri un Accetturese in una qualsivoglia parte del mondo, ti parlerà della Festa…

d: Da queste parti sono venuti antropologi ed etnomusicologi di fama internazionale: secondo lei la politica regionale ha saputo salvaguardare e promuovere il vostro evento, specie in tempi recenti di “maggiore esposizione”?

r: Come sa, Accettura è capofila nella rete dei Riti Arborei, che in Basilicata riguarda diversi comuni; purtroppo tutti gli altri non godono della complessità e del prestigio della nostra festa, mentre Accettura, come dicevamo, ne ha fatto la più seguita e la più studiata. Tuttavia, la politica guarda al “materiale”, ovvero l’aspetto economico, trascurando quello sociale e delle relazioni. Accettura è proprio nel cuore della Basilicata, lontanissima tanto da Potenza quanto da Matera: ciononostante l’allegria delle persone qui è tangibile. E non solo quando c’è festa.

d: E quindi la politica cosa dovrebbe/potrebbe fare?

r: Incentivare questo tipo di eventi, perché mentre il mondo va verso l’individualismo, queste occasioni riportano l’uomo in una dimensione di condivisione con gli altri e di contatto con la natura.

d: Con diversi altri suoi colleghi del mondo musicale lucano (ad esempio con la Krikka Reggae, la scorsa settimana) abbiamo spesso discusso sulle potenzialità di promozione, turistica e non solo, che possono vantare alcuni fra i gruppi regionali; potenzialità che –ci viene detto di volta in volta- sono poco sfruttate dalla politica regionale.

r: La Basilicata ha una varietà nella tradizione musicale, direi “geolocalizzata”, molto estesa; pertanto sognerei la creazione di un qualche organo regionale deputato a fare promozione, perché la maggiore difficoltà è uscire fuori, far conoscere la musica, ma anche tutto quello che c’è intorno.

d: Ma a parte questo, la politica è comunque attenta sulla questione, c’è la possibilità di ricevere –equamente- contributi e sostegni?

r: Al netto degli ultimi due anni di Pandemia in cui tutto è stato fermo, direi che anche prima non si è fatto abbastanza. Organizzare eventi locali ha un costo non indifferente. Tuttavia in passato i soldi a disposizione ci sono stati, mi chiedo perché non se ne siano visti gli utilizzi.

d: L’Accettura Folk Festival, evento estivo molto seguito, è stato sempre organizzato con le vostre sole risorse? Avete mai chiesto aiuto alla Regione?

r: Abbiamo fatto le classiche domande, ma non hanno avuto seguito. Non voglio lamentarmi, suggerirei soltanto di girare e rendersi conto di quello che si sta finanziando (e non), di dare un occhio alla qualità, insomma.

d: Dicevamo dei vostri testi dialettali, ma voi avete anche fatto molte canzoni in italiano, che denunciano i malcostumi della politica…

r: Sì, quando vogliamo dare le classiche “botte” scriviamo in Italiano. (sorride) Nella politica lucana io vedo una mancanza di visione, poiché si procede un paio di anni alla volta e poi si pensa

d: E l’ambiente musicale lucano? Si parla sempre di organizzare un grande Festival unitario, ma saltano sempre fuori il campanilismo, le rivalità…

r: Io credo che l’ambiente musicale lucano sia fortemente influenzato dalle varie situazioni politiche. E sì, i campanili ci sono.

d: L’Accettura Folk Festival poteva essere uno dei punti di partenza?

r: Ci abbiamo provato, abbiamo cercato di fare edizioni esclusivamente con gruppi lucani; si poteva sfruttare la situazione di Matera 2019, ma lì si è peccato parecchio, secondo me.

d: “Peccato”?

r: Se l’obiettivo era quello di far girare il nome di Matera, è stato raggiunto ampiamente. Il resto non lo so (sorride). Sul collegamento coi territori interni, anche dal punto di vista musicale, s’è persa una grande occasione. Cercare di forzare l’ingresso di tradizioni musicali che non hai nel tuo sangue, nel tuo Dna, non va bene. La musica tradizionale lucana non si è minimamente vista a Matera 2019. E’ un dato di fatto.

d: Se dovesse convincere un giovane a NON lasciare Accettura?

r: Beh, in generale trovo che a volte studiare fuori regione sia vista come una cosa “obbligata”, e che non sia una scelta meditata e ponderata. Direi pertanto di investire di più sulla nostra Università e che soprattutto le occasioni in loco bisogna crearsele, come stanno facendo diversi Accetturesi, soprattutto nel Terzo Settore.

d: Se potesse prendere Bardi sottobraccio, cosa gli direbbe?

r: Gli farei passare tre giorni qui, durante la Festa del Maggio, per fargli capire cosa significa nei nostri comuni essere davvero attaccati; e poi gliene farei passare altri tre, sempre qui, quando NON è festa.

d: Metaforicamente, cosa vorrebbe trovare in cima al Maggio, dopo la scalata tradizionale?

r: Vorrei trovare, fra dieci anni, le stesse persone che vivono ad Accettura OGGI. Sarebbe già un grande risultato. Nell’ultimo anno abbiamo perso sedici persone in tutto, a fronte di diciotto nascite: la situazione non è dunque drammatica come in passato, ma bisogna sperare che non peggiori.

d: Mi risulta anche che il costo delle case ad Accettura è molto alto.

r: Sì, perché anche chi vive fuori, e lascia qui una casa vuota, si SENTE sempre Accetturese, e questo anche in virtù della Festa. Pertanto non la venderà mai sottocosto.

d: In cosa Accettura potrebbe essere d’esempio per tutta la regione?

r: Innanzitutto direi che la politica regionale dovrà una volta per tutte scegliere fra gas/petrolio o la preservazione del patrimonio ambientale-naturalistico. Detto questo, Accettura è un paese nel bosco (in mezzo a due boschi, meglio), e qui il rapporto fra uomo e natura è forte, ed è sicuramente un concetto che va ripreso.

d: Il libro che la rappresenta?

r: “I fratelli Karamazov”.

d: La canzone?

r: “Time of your Life” dei Green Day.

d: Il film?

r: “La vita in un attimo”, un film spagnolo sulle esistenze che si intrecciano.

d: I prossimi impegni degli Accipiter?

r: Oltre ad aprire qui la Festa del Maggio, saremo a Balvano il 14, a Grumento a 18, a Possidente il 25. E siamo in fase di organizzazione dell’Accettura Folk festival.