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di Walter De Stradis

 

Essendo di professione avvocato, usa spesso la locuzione “carte alla mano”. Spigliata e decisa, Gerardina Sileo (per tutti “Dina”), cinquant’anni compiuti da poco, è consigliera regionale, eletta in quota Lega.

D: Come giustifica la sua esistenza?

R: Facendo esperienze ed evolvendomi, nella speranza di lasciare un contributo per i posteri.

D: Manca ancora molto al termine del suo mandato, ma secondo lei perché gli elettori dovrebbero ricordarla?

R: Essendomi sempre spesa sui temi sociali, come primo impegno ho voluto fare una legge sul gioco d’azzardo, istituendo la Giornata lucana di sensibilizzazione. Domani (giovedì –ndr), su delega dell’assessore Leone convocherò e presiederò l’Osservatorio, e per me è una grande conquista. All’interno delle modifiche sulla legge regionale in corso, la 20/2014, assai dibattute per le questioni delle distanze delle sale da gioco “dai luoghi sensibili”, sono riuscita a far passare degli emendamenti molto forti: la violazione di determinate regole comporta ora il ritiro delle autorizzazioni, sebbene, sì, vi sia una regimentazione differente in termini di metri.

D: Probabilmente in molti la ricordano per le sue critiche al San Carlo, gestione Barresi. Direttore generale che comunque era sostenuto da una parte del suo partito, nonostante fosse stato nominato dalla precedente giunta di sinistra, e pure in regime di prorogatio…

R: Carte alla mano, e in termini prettamente tecnici, già dai primi mesi della mia consiliatura registravo una cattiva gestione da parte del direttore.

Non ci sarà stata animosità, da parte sua, per la famosa questione del trasferimento di una sua sorella che lavora al San Carlo?

R: Ma no. Io mi limitavo a ricevere segnalazioni su un clima di malessere, da parte di medici, infermieri…

Le chiedevo però dei risvolti “politici” della vicenda. Coloro che avevano attaccato il precedente governo per la scelta del dg, poi ne sono diventati i più strenui difensori.

R: Cosa vuole, Barresi ci sapeva fare, si dimostrava gentile e disponibile, ed evidentemente il suo saper argomentare su certe cose può aver spinto –chi non aveva approfondito sulle carte- a difendere la persona e non gli atti. E mi lasci dire che la questione mia familiare che lei citava è entrata a gamba tesa sui giornali in termini di “gossip”, indebolendo la mia azione (rivolta agli atti e non alla persona del direttore), facendola passare come una faccenda personale. C’è stato quindi una sorta di “inquinamento” di quelle che sono le prerogative di un consigliere e dei relativi atti di vigilanza.

Il Tar –che ha giudicato nulla la nomina di Barresi- secondo lei ha detto l’ultima parola sulla questione? C’è un ricorso pendente al Consiglio di Stato.

R: Sì, c’è questo ulteriore ricorso, ma giuridicamente ritengo, carte alla mano, che non ci siano margini concreti per riapre la questione. Mi pare davvero difficile.

Bardi nel nominare Spera come Commissario sembra aver preso una decisione salomonica.

R: Sì, come dice lei è stato saggio.

A prescindere dal fatto che Spera è quello che aveva fatto ricorso sulla nomina di Barresi?

R: Credo che la scelta di Bardi non si sia basata assolutamente su questo aspetto. Ha invece contato il fatto che Spera sia innanzitutto lucano e poi un grande conoscitore dell’ambiente del San Carlo. Era giusto che uno come lui diventasse Commissario e procedesse quindi a una “pacificazione” interna di tutte le strutture, mediche e paramediche. Certo, il compito è gravoso, perché –sempre carte alla mano- il San Carlo registra una perdita di 28 milioni di euro.

D: Lei ha detto che Bardi ha fatto bene a nominare Spera in primis perché è lucano e conosce cose e luoghi. Ma sa bene che, sul fronte Regione, proprio sulle nomine “campane” o comunque “non lucane” del Governatore ci sono state molte polemiche.

R: Sono discorsi sempre e solo strumentali. Se ci facciamo un giro in Regione, scopriamo che molti impiegati e dirigenti, chiamati nelle vecchie gestioni, NON sono lucani. Era giusto che Bardi, arrivato dopo trent’anni di un altro governo, si formasse uno staff composto da persone di fiducia (e comunque tanti direttori generali lucani sono stati confermati).

D: E secondo lei alla Regione Campania c’è qualche importante dirigente lucano???

R: Beh, nella Sanità campana ci lavorano tanti Lucani. Ricorda il cardiochirurgo Tesler? Molti dei suoi aiuti si sono poi divisi fra Puglia e Campania.

D: Un errore, invece, del Governatore? La scorsa settimana il notaio Vito Pace, cugino di Bardi, riteneva che dovesse migliorare “la sua squadra”.

R: Gli addebiterei un difetto nella comunicazione. Ma parlo solo del suo personale modus operandi. Mi creda, di quello che accade nella Regione lui sa tutto, è a conoscenza di qualsiasi cosa avvenga lì dentro, questo lo posso garantire personalmente. Tuttavia, non vene fuori da parte sua una comunicazione di queste sue azioni positive, di questa sua consapevolezza e accortezza nel ricucire anche eventuali tensioni nella maggioranza.

D: Dovrebbe “scendere più spesso in mezzo a noi”?

R: Mmmm, dovrebbe essere più politico, dare un approccio di sé… l’immagine di una persona più facilmente avvicinabile. Ma, sa com’è, lui ha questo piglio da Generale…

D: Con un po’ troppo “distanziamento sociale”…

R: (ride) Ma sì, perché posso garantirle che, a conoscerlo, è anche un tipo molto simpatico, gioviale. E’ uno degli aspetti della sua “napoletanità”.

D: Oggi è mercoledì, e non si fa che parlare di Michele Napoli che in consiglio comunale, mentre si vota la mozione contro l’approvazione del disegno di legge Zan sull’omotransfobia e misoginia, dice «L’omosessualità è contro natura». Ha chiesto scusa, ma lei al posto suo si dimetterebbe?

R: Le sue sono state affermazioni molto gravi, sia sul piano etico sia umano, e per di più dette rivestendo un ruolo istituzionale. Mi domando perché lo abbia fatto.

D: Rinnovo: lei si dimetterebbe?

R: Io sì.

D: Però la maggioranza, il suo partito compreso, quella mozione L’HA votata.

R: Per me l’approccio a determinate questioni non può essere superficiale: non si presenta (da parte di Fratelli d’Italia) e si approva una mozione del genere sic et simpliciter, anche se condivisibile nel contenuto, ma dev’essere oggetto prima di un’approfondita discussione. In campagna elettorale, poi, è una tempistica assolutamente sbagliata.

D: Specie a poco tempo di distanza dalla morte drammatica di una ragazza (il caso di Caivano).

R: Ripeto: c’è stato un approccio superficiale.

D: Cosa ha pensato delle dichiarazioni dell’assessore Merra, donna e leghista come lei, quando –a proposito della condanna di Ferrara del Cotrab- disse che un assessore non può “abbandonarsi alla caccia alle streghe”?

R: C’è ancora una volta di mezzo l’inesperienza. Un esempio: io faccio l’avvocato e quindi sono garantista fin quando non c’è una sentenza di condanna definitva…

D: Ma nel caso di Ferrara c’era!

R: Appunto. Mi faccia finire. La Merra di professione fa l’architetto, e quindi immagino non sapesse che quella di Ferrara era una sentenza definitiva e sulla quale, effettivamente, un parere lo si poteva pure esprimere…

D: Guardi, mi ha dato proprio una risposta da avvocato!

R: Diciamo che intanto ho trovato quell’uscita infelice, e ho preso posizione anche in merito al comunicato stampa del gruppo consiliare della Lega, a difesa del’assessore. Una cosa che ho trovato infantile.

D: Perché?

R: E’ pure vero che la Merra è stata attaccata in maniera scomposta, ma esiste da una parte la responsabilità personale, e dall’altra mi sarei aspettata –in tutte quelle prese di posizione- una qualche parola a favore della VERA vittima, ovvero la dipendente Cotrab che aveva subito la violenza. Non dimentichiamo, inoltre, che questo tipo di polveroni mediatici rinnovano delle sofferenze per chi è stato vittima, che si sente sempre chiamato in causa anche in assenza del nome sui giornali.

D: Pare che la giunta comunale di Potenza sia in fibrillazione per le due assessore che hanno preso il bonus Covid da 600 euro. Una delle due, la Guma, è della Lega. Anche in questo caso le chiedo: lei si dimetterebbe?

R: Intanto le posizioni delle due sono differenti. Della Guma (non perché appartiene al mio partito) possiamo dire che è un avvocato che ha fatto richiesta del contributo alla Cassa Previdenziale Forense (che noi avvocati paghiamo), che dal canto suo aveva offerto questa possibilità. La Padula, invece, ha fatto la richiesta come Partita Iva.

D: E quindi è una differenza solo tecnica? Ma dal punto di vista etico non è la stessa cosa? Lei, ad esempio, quel bonus della Cassa Forense l’ha preso?

R: No, io no.

D: E allora forse una questione etica c'è?

R: Beh, sì, è una questione SOLO etica. Non giuridica.

D: C’è poi la vicenda del sindaco di Viggiano, il leghista Cicala.

R: In quel caso si tratta di un provvedimento che ha disegnato la sua stessa amministrazione. Credo che tracciare un’azione di sostegno alle attività imprenditoriali di per sé sia una cosa pregevole, ma se poi fra quelle attività come requisiti rientra anche la mia… beh, io la domanda non l’avrei fatta. Sempre per un fatto etico, di opportunità.

D: Lei si dimetterebbe al posto delle assessore potentine o del sindaco Cicala?

R: Trattandosi di una questione di etica, io non avrei proprio chiesto quei contributi! E quindi non mi sarei trovata nella posizione di dovermi dimettere!

D: Ma allora, riassumendo tutti i casi citati, c’è una questione ETICA nella Lega lucana?!

R: (Sorride). Diciamo che c’è tanta “eterogeneità” tra noi. Forse certe frizioni o comunque alcune incompatibilità che emergono vengono fuori dalla diversa provenienza e dalla mancanza di conoscenza fra noi. Io stessa sono entrata nella Lega al momento dell’accettazione della candidatura.

D: Da cittadina di Potenza, cosa direbbe al sindaco leghista Guarente?

R: Gli suggerirei di mantenere questo suo forte atteggiamento di vicinanza alle persone, ma lo inviterei a non abbassare la guardia sulle periferie, da dove gli sono giunti molti voti, e di parlar chiaro ai cittadini, qualora una determinata cosa non si possa fare (magari per le storiche carenze di bilancio). I cittadini non sono stupidi, e capiscono.

D: Il film che la rappresenta?

R: Non mi rappresenta, ma mi ha colpito molto “Anna & The King”, con Jodie Foster. E’ un film molto bello, sull’integrazione fra le culture, in questo caso Cinese e Occidentale.

D: Chissà perché ho difficoltà a credere che possa essere anche il film preferito di Salvini.

R: Invece credo di sì. Lui è uno molto aperto.

D: Questo gliel’ha detto quando vi siete fatti la foto a Policoro (lei, la Merra e un Salvini a petto nudo)?

(Ride) Quello fu l’unico momento in cui fu possibile coglierlo.

D: Il libro?

R: “Il manuale del Guerriero della Luce” di Paolo Coelho.

D: La canzone?

R: Una qualsiasi di Vasco Rossi.

D: Fra cent’anni cosa vorrebbe fosse scritto sulla sua lapide?

R: Scritto non lo so, ma sicuramente farei disegnare un gabbiano.