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«Caro Sognalibro, in questi giorni in cui ci hanno detto di rimanere a casa, io e mia sorella facciamo tante cose. Oggi, però, è stato il momento più divertente perché sono diventata la parrucchiera della mia mamma. È stato molto bello».

E’ originale l’idea di Angela Di Maggio, giornalista potentina che gestisce –insieme alla sorella- la prima libreria “motivazionale” del capoluogo, “Sognalibro”. In questi giorni di clausura forzata (ma quanto mai necessaria!!!), il suo invito a imitare “L’Allegra Brigata” del “Decameron” di Boccaccio ha ottenuto notevole riscontro. «Durante la peste del ‘300 che dilaniava Firenze –si legge sulla pagina social della libreria- sette nobili ragazze e tre giovani uomini sceglievano di ritirarsi in campagna per sfuggire alla peste e, soprattutto, per denunciare il fatto che molti cittadini avessero perso il rispetto per se stessi e gli altri. Abbiamo, dunque, pensato che nelle nostre case ognuno potrà ricreare la dimensione dell’ “Allegra brigata” ; come? Leggendo un libro, raccontando storie, scrivendo un diario, annotando pensieri, realizzando piccoli video… L’invito è rivolto a tutte le famiglie che ora hanno l’opportunità di ritrovarsi per recuperare una dimensione più intima e più vera. Chiunque vorrà potrà inviarci i racconti in qualsiasi formato. Di volta in volta provvederemo a pubblicarli sui nostri canali social (previo consenso) in modo che proprio i social possano diventare luogo di condivisione vera e autentica».

Con Angela abbiamo pranzato insieme. Ognuno a casa sua. L’intervista a pranzo che segue, infatti, nel pieno rispetto delle disposizioni del governo, è avvenuta (mercoledì scorso) in video chat: ciascuno seduto al proprio tavolo da cucina, forchette e coltello in mano. La chiacchierata non pare averne risentito.

D: Come giustifica la sua esistenza?

Sin da piccola desideravo diventare una giornalista. Già alle scuole elementari nei compiti che svolgevo in classe manifestavo questo mio grande sogno.

Non ho mai smesso di crederci e i miei studi sono stati orientati per il raggiungimento di questo obiettivo. Nel corso degli anni ho imparato ad essere “resiliente”, a capire le situazioni, anche quelle difficili e a trovare soluzioni possibili.

La mia esistenza è fatta di sogni ed obiettivi da raggiungere, senza lamentele. Ho imparato che nella vita possono accaderci un’infinità di problemi, ma sarà sempre il nostro modo di reagire a fare la differenza. Il mio scopo nella vita è quello di continuare a realizzare i miei sogni.

D: Il suo negozio si chiama “SognaLibro”: l’acquisto di un libro, per certi versi, a Potenza è ancora un “sogno” o poter mantenere una libreria è roba da “Libro dei Sogni”?

Voglio continuare a credere che non sia così. Mi piace pensare che la scelta di acquistare un libro sia sempre di più una scelta consapevole e dettata da un cammino che ciascuno di noi fa dentro se stesso. Mi piace pensare che anche l’acquisto di un libro possa aiutarci a capire le nostre passioni, il nostro talento per poi metterli a servizio della realizzazione dei nostri sogni.

E’ una sfida e su questo non c’è dubbio, ma le cose facili non mi sono mai piaciute. Per questo continuo ad andare avanti.

D: Perché una libreria “motivazionale”? E’ una scelta innovativa, ma anche rischiosa, in quanto sembra restringere l’ambito di attività.

La libreria motivazionale è nata perché io, giornalista e mia sorella, insegnante, abbiamo delle competenze e delle specifiche che ci hanno portato ad arricchire sempre di più le rispettive professionalità. Io, da parte mia, ho sempre preferito un giornalismo fatto di storie belle e ispiranti. Storie di persone che , in qualche modo potessero dare un messaggio costruttivo. Non a caso faccio anche parte del Network nazionale Giornalismo Costruttivo. Mia sorella, insegnante, ha sempre avuto un approccio molto innovativo con la didattica e, dunque, l’utilizzo di libri “motivazionali” sono il suo pane quotidiano.

Abbiamo messo insieme questa miscela esplosiva che ha generato l’onda lunga di Sognalibro. Riteniamo che i libri, le parole, le storie, possano essere il motore che accende le menti e i cuori. Unica direzione è la conoscenza di sé. Fino a quando non comprendiamo che tutto comincia dentro di noi, continueremo a rimanere sempre al buio. Tutto questo non restringe l’ambito di attività, anzi lo amplia perché i libri presenti nella libreria sono accuratamente selezionati e puntano alla formazione globale della persona.

D: Lei è andata diverse volte in tv e in radio (senza contare i giornali) per parlare della sua attività, che evidentemente incuriosisce. Ma mi pare di aver letto che –essendo lei una giornalista- uno dei motivi che l’hanno spinta a diventare “libraia” sono state le porte chiuse e i cerchi magici nel mondo del giornalismo locale. Mi corregga se sbaglio.

Non è stato così. Al contrario. Ho fatto proprio della mia specificità un punto di forza. Attraverso la libreria ho avuto modo di poter esprimere la mia professione e la mia professionalità al meglio. Sono andata alla ricerca, come le dicevo, di un giornalismo che meglio rappresentasse il mio percorso professionale e personale. Sono stata una delle prime in Italia a formarmi sulla “Comunicazione attiva delle politiche del lavoro” quando di questo argomento (Riforma Biagi) non ne parlava nessuno. Con questo master veniva capovolto il modo e il linguaggio rispetto al mercato del lavoro. Tutto questo mi è servito e mi serve per fare in modo che Sognalibro continui ad essere un luogo di eccellenza e di scelta.

D: In questi giorni di #iorestoacasa, lei ha proposto un’iniziativa interessante, in qualche modo mutuata dal “Decameron” di Boccaccio.

L’idea mi è venuta perché ascoltavo mio figlio e mia sorella ripetere la lezione su Giovanni Boccaccio. Ad un certo punto, mentre li sentivo parlare dell’ “Allegra Brigata”, ho guardato mia sorella e nel giro di un giorno è nata questa iniziativa. In pratica abbiamo voluto ricreare sui social l’immagine dell’”Allegra Brigata” del Decameron, invitando tutti a raccontarci i propri “racconti” da casa. Messaggi, video, foto, frasi, poesie, parole, letture attraverso cui raccontare tempo “utile”.

Un modo per condividere paure, ma anche emozioni e scoperta nel ritrovarsi e stare insieme in un momento così difficile. Chiunque può inviarci il proprio “racconto”, in qualsiasi formato al seguente indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

D: Ci parli di qualche racconto che le è stato inoltrato.

In realtà ne stanno arrivando diversi, ma mi piace evidenziare la storia di due amiche, una mental coach e una geometra con la passione per la cucina che, proprio in questi giorni, hanno maturato un progetto professionale che vedrà mettere insieme le loro competenze per far nascere un ‘opportunità lavorativa decisamente nuova e affascinante.

D: L’isolamento è stato spesso fruttuoso dal punto di vista artistico, basti pensare alla famosa estate a Villa Diodati, in Svizzera, in seguito alla quale Polidori partorì “Il Vampiro” e Mary Shelley “Frankenstein”, dando vita alla letteratura horror moderna, in pratica. Cosa le fa orrore di questi giorni e un domani cosa vorrebbe “leggere” di queste ore difficili?

Sono fermamente convinta che fermarsi sia la scelta più opportuna e che questo “isolamento” possa essere produttivo e costruttivo per tutti.

Di questi giorni mi spaventa il panico che vedo in giro, l’angoscia. Tutti sentimenti irrazionali che ci fanno perdere di vista quanto sia opportuno rimanere lucidi. Non si tratta di paura, perché come dice Galimberti, la paura è un meccanismo di difesa che ci spinge a difenderci di fronte ad una difficoltà. In questo caso, ci lasciamo travolgere dal panico e ad esempio facciamo la corsa al supermercato per fare incetta della spesa, come se fossimo in guerra.

Quello che vorrei leggere è che da tutta questa esperienza ciascuno di noi possa aver tratto una lezione sapendo che ogni momento doloroso deve essere attraversato con coraggio e determinazione. Mi piacerebbe che si leggesse che ciascuno di noi ha trovato la forza di reagire a questa difficoltà andando alla ricerca di una soluzione attraverso il dialogo e il confronto.

D: Lei è madre: coma sta raccontando a suo figlio l’emergenza di questi giorni?

In questi giorno trascorro moltissimo tempo con mio figlio.

Lui ha 12 anni ha compreso esattamente la dimensione del problema perché ascolta i tg e perché ne parliamo.

Gli ho spiegato che non è in vacanza, che se non va a scuola non può nemmeno incontrare i suoi amici perché questo significherebbe moltiplicare il contagio. Lo ha compreso.

D: Il momento è drammatico, la gente sui social si abbandona spesso a giudizi sferzanti, ma lei come giudica il gesto dei circa 700 Lucani che sono tornati in fretta e furia dal Nord virulento?

E’ accaduto esattamente quello che le dicevo prima. La gente si è lasciata prendere dal panico e non ha valutato, in maniera razionale, che avrebbe potuto creare un “disagio” agli stessi familiari. Se avessero avuto paura si sarebbero fermati in tempo e avrebbero compreso che la situazione andava gestita in un altro modo.

D: Da poco si è celebrato l’otto marzo. C’è un tema, una cosa, una frase, che non viene mai fuori in occasioni come queste? Cosa le piacerebbe dire, o sentire, di diverso e non banale su un tema così importante?

Il tema delle donne mi sta molto a cuore. Quando parlo di donne non parlo mai di parità. Mi piace parlare del talento delle donne, dell’unicità, della diversità e da ciò che ci “differenzia”. La diversità credo che sia sempre un valore aggiunto e che esprima l’identità e la personalità.

Mi piace parlare di quelle donne che grazie alla propria creatività, genialità e al loro costante impegno sono riuscite a realizzare il proprio sogno. Queste sono le donne che mi piacciono e che mi ispirano.

D: Se potesse prendere sotto braccio il sindaco di Potenza, cosa gli direbbe?

Come prima cosa lo inviterei a visitare Sognalibro dal momento che non ho ancora avuto il piacere di accoglierlo, perché sarebbe bello, per me, potergli mostrare quanto fermento culturale è presente in città e che, forse, non viene adeguatamente valorizzato. Da questo giornale lo invito ufficialmente a conoscere la libreria.

D: E a Bardi?

Gli direi le stesse cose, invitandolo a visitare Sognalibro precisando ad entrambi che una realtà come questa è unica in Italia e non solo e che i media nazionali hanno raccontato più volte Sognalibro come un modello a cui guardare e a cui ispirarsi per il futuro culturale e di crescita personale.

D: Il film, il libro e la canzone che la rappresentano.

Il film: “L’attimo fuggente” è stato uno dei primi film motivazionali che ho visto e ha acceso le prime lampadine.

Il libro: “Le parole sono finestre” di Marshall Rosenberg, un libro sulla comunicazione non violenta.

La canzone: “Combattente” di Fiorella Mannoia, una canzone che invita a non arrendersi mai.

D: Fra cent’anni cosa vorrebbe ci fosse scritto sulla sua lapide?

«Era una sognatrice che ha creduto nei suoi sogni e li ha realizzati. Tu sei tutti i limiti che superi».