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Sul n. 25 di Controsenso, il Prof Giuliano, Garante regionale per l’infanzia, ed il Presidente Cicala illustrano l’attività dell’Osservatorio per l’Infanzia.

Il Primo segnala che <solo sei bambini su cento trovano posto nelle strutture pubbliche, il 30% dei comuni sono senza asili-nido, i genitori pagano da 3 a 400 eu mensili quando hanno la fortuna di trovare una sistemazione, nel 56 % delle classi non c’è il “tempo pieno”>. Cicala invece non spiega che questo, a sua volta causa di disoccupazione dei giovani maestri, è l’effetto della mancata definizione dei Lep (livelli essenziali di prestazioni di cui al titolo V della Costituz. ); e del fatto che il Nord ha definito come <fabbisogno>, nelle Commissioni di cui alla L. 42/09, il costo dei servizi pei bimbi soddisfatti e non il necessario per quelli che ne sono privi.

Una spesa dunque da rimborsare a chi la fa, “tanto, se mancano a Sud, è che non ne hanno bisogno”.

Come lui, tace anzitutto il Pres. Bardi, serafico Signore del rinvio, fin qui apparso interessato solo a reclutare dalla <sua> Campania, non fidandosi dei lucani cresciuti con altri e in altra epoca! Cosa dunque ne pensano, i Due, dell’Autonomia differenziata, quasi un affare privato tra le tre Regioni e il Governo?

Il Presid. Emiliano ha dichiarato che “non solo impoverisce il Sud, ma divide l’Italia. Un tentativo di alcune regioni del Nord di prendere ancora più soldi di quelli che già utilizzano dalla Cassa comune”.

E noi? Silente il Generale, aspirante ai sottosegretari che lo sostituiscano mentre seguirà le partite del nostro Napoli; negativa la maggioranza degli 11 contro 2, sulla mozione che tentava una pur timida posizione! Egli ha però due motivi per tacerne. Il primo, per tattica di “comando”, non convenendogli risvegliare la ciurma con i Leghisti in maggioranza, sebbene si definiscano “non di Milano, ma pronti a far qualsiasi cosa per la nostra Basilicata” (in Aula, Sileo); il secondo, per la sua età, che lo dissuade da un’altra candidatura tra 5 anni, e dunque lo inclina a vivere quest’esperienza per coronare al meglio la sua Carriera. Senza affanni, con un tempo che scorra placido, col ritmo e con la logica del “quieta non movere”: un po’ di cerimoniale ed un qualche sottosegretario (la chicca delle novità nel grande cambiamento!) che si degni di stilare un qualche programma per questa sventurata terra!

Dunque, come ai tempi dei Viceré d’Aragona!

Ma il Pres. Cicala, proprio perché giovane e lucano doc, naturalmente predestinato alla futura sostituzione, perché non ha colto l’occasione per impugnare il tema e dimostrarsi non da meno quanto al “far qualsiasi cosa per la Basilicata”?Anche da lui, silenzio, anche da lui, che pur ne aveva fatto cenno in Consiglio; e che non si è unito ai Parlamentari Boccia, Nugnes, Presutto, Amitrano, Ruocco nel segnalare “la menzogna leghista che il Sud (Sicilia a parte, perché a statuto speciale) è un pozzo senza fondo che divora le ricchezze del Nord virtuoso ed efficiente”. Né a De Vincenti, già ministro per il Sud, il quale, sul Corriere del Mezzogiorno del 30/6, teme che:“Gli schemi d’intesa sancisc(a)no una ripartizione di risorse e competenze destinate a spaccare il Nord dal Sud. Strade, ferrovie, impianti per l’energia non sarebbero più di competenza centrale …un ginepraio anche per le normative VIA ed AIA . . diverse da Regione a Regione”. Né alla Prof. ssa Randazzo, dell’Università di Milano, che, audìta alla Camera il 13/6, ha sottolineato che “l’operazione è complicata dall’assenza delle leggi cornice (per) definire il perimetro e i principi delle materie elencate nel 117Costit. “Latitanza” del Legislatore che (in) un decennio non è riuscito a dare attuazione alla L. 42/09. . peri costi standard dei Lep”. Anche su giornali e Tv, invasi dalle ... invasioni dal mare, soltanto le dichiarazioni dei tre Presidenti e della ministra leghista Stefani.

Intanto che, in un mondo di distratti, si procede a marce forzate per tornare a <prima della Prima guerra d’indipendenza>. Incontrandosi a Palazzo Chigi il 4 e poi l’8 e di nuovo l’11, alle 8 del mattino… per i nuovi destini d’Italia: per un contro-Risorgimento. 

Questa volta i Grillini –evitate al momento le urne- hanno però bloccato la “pratica”: per palese indecenza! La partita si riapre dunque dall’inizio, perché non riguarda soltanto la scuola, su cui hanno rotto. Perciò non si può continuare a tacere in tutti i nostri enti pubblici, regione in testa, perché la determinazione della lega e del Nord in genere, è tale da pretendere il ritorno alle gabbie salariali per i docenti. Segno che la convinzione di un Sud irrimediabilmente degradato è ormai tanto radicata nella mentalità del Nord, che non ci vorrà poco per rimuoverla. Se dunque si tace, è come se i nostri se i nostri leghisti fossero nati a Milano. Cioè, tutt’altro che disposti “a dar tutto per la Basilicata”.