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di Rosa Santarsiero -

 

La Cucciolo Onlus di Potenza è un’associazione composta da mamme, medici e infermieri che opera con passione all’interno del reparto di Neonatologia dell’Azienda ospedaliera regionale “San Carlo”. La T.I.N., meglio nota come terapia intensiva neonatale, si prende cura dei “piccoli guerrieri”, ossia di tutti i neonati venuti al mondo prematuramente, cercando di favorire un pieno percorso di recupero. Accanto all’encomiabile lavoro dei medici e del personale infermieristico del reparto di Neonatologia potentino, ci sono loro: gli angeli della Cucciolo vestiti di viola, che non a caso è il colore della prematurità, capeggiati dalla loro presidente, Mara Basentini.

Presidente, come e quando è nata l’associazione?

 

La Cucciolo Onlus esiste già da dieci anni, grazie all’idea di un medico del reparto che, prendendo esempio dalle altre T.I.N. d’Italia, ha cercato di coinvolgere gli infermieri e qualche mamma dando vita all’associazione stessa. Per lungo tempo, a causa anche del carico di lavoro del reparto, il ruolo dell’associazione è passato un po’ in secondo piano. È solo con l’arrivo di nuovi medici che si è deciso di far risorgere la Cucciolo. Da circa tre anni, infatti, siamo pienamente operativi.

 

Nel tempo l’associazione è riuscita a raggiungere dei traguardi importanti.

 

Siamo partiti in sordina organizzando un convegno, a marzo del 2016, durante il quale abbiamo presentato l’associazione in ospedale. Con un po’ di pubblicità e con i nostri braccialetti viola piano piano siamo riusciti a farci sentire, anche grazie al sito o alla fanpage Facebook. Le bomboniere solidali, le donazioni personali e quelle delle mamme che ci hanno viste lì ci hanno consentito di organizzare, inoltre, dei corsi di formazione rivolti a medici e infermieri; di consegnare, per la festa della mamma, tre poltrone per la marsupio terapia, o kangaroo therapy; di iniziare il percorso della “care” per il neonato; di acquistare i copri-incubatrice e di donare delle copertine al reparto. A breve, inoltre, contiamo di coinvolgere lo psicoterapeuta Florita, autore del romanzo “Come respira una piuma”, per un corso di formazione aperto alle mamme e al personale del reparto.

 

L’emergenza del reparto di Neonatologia dell’ospedale San Carlo. Con soli cinque medici in operativo si rischia la paralisi. Qual è la vostra posizione a riguardo?

 

Siamo molto preoccupati, tanto è vero che ci stiamo muovendo in prima persona grazie al Coordinamento nazionale delle T.I.N. italiane e con il supporto di Vivere Onlus. Il problema della mancanza di specialisti in neonatologia non riguarda solo Potenza, bensì l’intero scenario nazionale. Con il direttore generale del San Carlo, Barresi, ci siamo visti già nel gennaio scorso, poiché questa è una storia che va avanti da tempo, anche se solo ora è balzata agli onori della cronaca. Con i pensionamenti dei medici e degli infermieri la situazione è degenerata, anzi oggi (mercoledì 26 giugno, ndr) mi giunge voce che si sta valutando l’eventualità di chiudere i ricoveri. Il lavoro che viene fatto in Neonatologia è strepitoso, i medici e gli infermieri fanno doppi e tripli turni e rinunciano alle ferie pur di assistere i nostri figli.

 

Cosa chiedete alle Istituzioni locali?

 

Vorrei incontrare l’assessore Leone per dirgli di riuscire, in questo momento delicato, a valicare i limiti della burocrazia. Io non posso dire a un bambino quando nascere o a una mamma che tutto andrà per il meglio. Immagino che tutti i venerdì, dopo una settimana di lavoro, loro se ne vadano a casa, o la domenica al mare, dunque perché anche i medici e gli infermieri del reparto non hanno diritto a godersi il riposo insieme ai loro cari? I super eroi, i guerrieri sono proprio loro. Magari ingoiano diecimila caffè al giorno, ma sono sempre lì per i nostri piccoli, senza commettere alcun errore dettato dalla stanchezza.

 

 

Fino ad oggi, che tipo di rapporto c’è stato con le precedenti amministrazioni regionali e quale con quella in carica?

 

Tante belle parole, ma niente di concreto. Se loro vanno in vacanza, anche gli altri devono sentirsi liberi di farlo, e certo non possono liquidare la questione con un “a settembre, dopo le ferie, vediamo”. E no, è troppo comodo così. Se dovessero arrivare due emergenze contemporaneamente, di notte, c’è il rischio che qualcuno non ce la fa. Il reparto rappresenta l’intera regione e, dunque, perché dobbiamo mandare quei pochi nati a curarsi in altre realtà italiane? Sono soldi in più che la regione spende, per non parlare dei costi spropositati che affrontano le famiglie. Si discute tanto di crescita, ma se non ci prendiamo cura delle nostre famiglie è tutto inutile.

Come associazione non siamo mai stati convocati in Regione, probabilmente non ci conoscono neanche, ma da libera cittadina troverò il modo di farmi ascoltare. Al più presto chiederò un incontro con l’assessore alla sanità, Leone.

 

In quali forme è possibile sostenere l’associazione?

 

Con il 5xmille, visto che siamo nel periodo giusto, con l’acquisto delle magliette, dei nostri braccialetti, delle confettate e delle bomboniere solidali.

 

Con i fondi a disposizione speriamo di acquistare, in breve tempo, altre tre poltrone per la marsupio terapia e, inoltre, di creare un’area confortevole dedicata ai genitori con poltroncine e televisori, ma ciò ha un senso solo con la T.I.N. aperta ventiquattro ore su ventiquattro.

Per maggiori informazioni, invito chiunque abbia volglia di sostenerci a visionare il sito www.cuccioloonlus.it e la nostra fanpage www.facebook.com/cuccioloonluspotenza/