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“La civiltà dei popoli si riconosce dal culto dei morti” (Ugo Foscolo).

E’ quasi d’obbligo la citazione di Foscolo per parlare delle condizioni in cui versa il cimitero di Contrada Pantano a Matera Degrado e incuria sono le parole che più descrivono la situazione, ma realmente è un problema di civiltà, di come si concepisce il rispetto di chi non c’è più. Il cimitero di Matera sprofonda nell’erba alta (in qualche punto quasi due metri) mentre la manutenzione generale è del tutto inesistente da mesi. E purtroppo questo stato di cose è sotto gli occhi delle centinaia di persone che giornalmente fanno visita ai loro parenti defunti. Il cimitero di Matera sembra essere l’immagine di ciò che per cultura contemporanea spesso è la morte: degrado, oblio, dimenticanza. “È uno schifo, non c’è rispetto né per i vivi né per i morti”. Così protestano alcuni familiari di defunti tumulati al cimitero di Matera. “Nessuno pulisce da mesi. Gli operai, a eccezione del custode, non li vediamo ormai da diverso tempo”, la denuncia di un gruppo di signore anziane che, anche due volte a settimana, onorano i propri cari, portando fiori ed accendendo lumini sulle loro lapidi. “Sembra di entrare -affermano- in una cantina dove non si pulisce da circa dieci anni. Oltre all’erba alta, che non viene tagliata, le ragnatele e la sporcizia sono sotto gli occhi di tutti”. Le scale in ferro per raggiungere i loculi dei piani più alti sono quasi tutte fuori uso e abbandonate nei giardini incolti del cimitero, sopraffatti dalla vegetazione mai curata. Lavandini rotti e materiali edili abbandonati sono il corollario di questo degrado. E’ grave che l’Amministrazione comunale non abbia calendarizzato una manutenzione a cadenza regolare. “Abbiamo chiamato in Comune -affermano ancora le anziane donne- ma è stato un continuo rimbalzo telefonico da un interno all’altro. Il risultato, alla fine, è stato di non riuscire a parlare con chi di dovere”. Marciapiedi e basolati rotti trattengono a malapena piante incolte, rampicanti e rifiuti di ogni genere, mentre diversi angoli del campo santo sono utilizzati come “orinatoio pubblico” gratuito. Una denuncia sul degrado del camposanto cittadino che, quasi a cadenza regolare, si ripete, senza apparenti miglioramenti. Lo stesso consigliere regionale Luca Braia ha annunciato sui social di voler inviare una nota scritta al sindaco di Matera e all’assessore al ramo Tragni perché “immediatamente venga ridatala dignità al luogo della dignità”. “In questi anni - continua Braia- non ho mai reso pubblico un giudizio su alcune cose che non vanno bene nella conduzione della mia Matera, ma oggi non riesco proprio a stare in silenzio. Il cimitero per qualcuno non so cosa rappresenti, ma per me é il luogo della memoria, della riflessione, del rispetto, della fede, del ristoro spirituale, della civiltà e della riconciliazione con gli affetti più cari. Provare tutto questo nel degrado e nell’abbandono mi ha fatto male al cuore e all’anima”. Ci vergogniamo di essere materani, afferma qualcuno mentre scattiamo le foto nel cimitero. In molti si stanno organizzando da soli. Un gruppo di signore ha concordato di pulire non solo le tombe dei propri cari, ma anche una parte di area antistante, per cercare di rendere il tutto un po’ più decoroso. “Il nostro auspicio - affermano- è che il buon senso da noi dimostrato possa essere fatto proprio dal Comune. Serve umanità e rispetto”. Si spera, ora, che il Comune segua l’esempio.