- Walter De Stradis
- Sabato, 04 Maggio 2019 10:03
Marco Falconeri, il candidato sindaco dei 5 Stelle a Potenza, è il tipico 45 enne dal fisico asciutto che dimostra molto meno degli anni che ha, ma non è il tipico “grillino”: non usa le parole “ladri” “farabutti” e “corrotti” ogni tre per due, e gli piace poco esprimere giudizi sugli altri.
Come giustifica la sua esistenza?
La considero il frutto di un evento naturale avvenuto negli anni ‘70, quando l’Italia era diversa, certamente con maggiori speranze rispetto a oggi. A mio parere, dunque, si nasce sempre da un proposito di speranza.
Lei è stato forse il primo grillino a Potenza, fondatore del primo sito web.
Nel 2006 ho fondato il primo Meetup della Basilicata, che si chiamava “Amici di Beppe Grillo di Potenza”. Si trattava di veri e propri gruppi nati in rete e a supporto del sito stesso di Beppe Grillo. Mi affascinò particolarmente la sua visione, considerare i rappresentanti istituzionali come dei dipendenti pubblici pagati dal cittadino e, pertanto, soggetti a un controllo costante. Ho anche organizzato a Potenza, nel 2008, il primo Vaffa- Day, vale a dire una proposta concreta per un Parlamento pulito, corredato da una raccolta firme, insomma uno dei primi passaggi verso la Legge Severino.
Cosa è accaduto con la nascita del Movimento 5 Stelle a Potenza?
Ho subito iniziato a interessarmi alle campagne di sensibilizzazione promosse dallo stesso Movimento e a partecipare attivamente all’organizzazione di tutte le campagne elettorali, a partire dal 2014, data in cui mi sono candidato come consigliere comunale. Più recentemente, ho portato avanti un’esperienza in qualità di collaboratore parlamentare al Senato della Repubblica che mi ha consentito di formarmi direttamente sul funzionamento delle istituzioni. Parallelamente, inoltre, ho costantemente partecipato, in qualità di uditore, alle riunioni del Consiglio comunale, nonché a quelle delle varie commissioni.
La sua candidatura, all’interno del Movimento, è legata anche alla rinuncia (con polemica, pare) di Giannizzari. Non teme che lo stesso Giannizzari, andando via, si sia portato con sé una fetta di elettorato?
La sua scelta è stata semplicemente quella di non candidarsi, sia per motivazioni personali sia per ragioni di opportunità politica, che tuttavia preferisco non commentare. Non credo, a ogni modo, che Giannizzari si sia portato dietro una parte di elettori, ma magari qualche candidato che stava in lista con lui. Il progetto, tuttavia, deve essere unico, a prescindere da chi poi è il candidato sindaco. Il nostro candidato, infatti, è il programma, è questo l’obiettivo; poi è la base che, con votazioni assolutamente democratiche, decide chi dev’essere il candidato sindaco, o gli altri esponenti delle varie competizioni elettorali. Io mi sono semplicemente rimesso alla volontà della base.
Confrontando le varie coalizioni, viene fuori, nel caso del Movimento 5 Stelle, l’immagine di una sola lista e anche poco nutrita.
Queste sono le nostre regole per il momento, poiché non possiamo stringere apparentamenti con altre liste. Di Maio, in verità, sta cercando di mettere in discussione questa opportunità. Per ciò che riguarda il numero di candidati, be’ , devo dire che abbiamo cercato di coinvolgere molte più persone, ma il fatto stesso di correre da soli può provocare qualche paura o difficoltà, ma noi andiamo avanti lo stesso.
...E questa “certificazione” del Movimento che sembrava non arrivare mai, può aver influito?
In realtà non è che tardava ad arrivare. A differenza degli altri partiti, noi veniamo sottoposti a un rigido controllo, anche perché siamo tenuti a inviare allo staff un certificato penale generale, quello relativo ai carichi pendenti e un curriculum vitae dettagliato. Chiaramente, la mole di liste presentate in Italia è stata anche abbastanza corposa, quindi in diversi casi alcune di queste certificazioni sono state preparate all’ultimo momento e giunte tardi, ma certo non c’era alcuna riserva nei miei confronti, bensì una semplice attività di controllo.
Veniamo al programma. Leggo un vostro “poster” virtuale che gira su Facebook il cui slogan è “Potenza al Centro”, e i temi evidenziati sono: bellezza, decoro urbano, ambiente, turismo e cultura, viabilità, verde, sviluppo, innovazioni. Insomma, si tratta un po’ di cose già sentite anche da altri candidati..., tipo Tramutoli.
Ciò che appare su Facebook è un po’ una sintesi, o meglio, un primissimo colpo d’occhio di ciò che è in effetti il nostro programma. Chiaramente, questo programma è stato elaborato nel corso degli anni grazie ai gruppi di lavoro aperti anche ad esperti del settore. Il vero programma è pronto già da diverso tempo ed è stato anche rinfrescato rispetto alla versione precedente.
Sì, ma cosa vi caratterizza rispetto agli altri?
Il nostro cavallo di battaglia, per ciò che riguarda la democrazia partecipata e la trasparenza, è il “bilancio condiviso”, vale a dire con la piena partecipazione dei cittadini che possono intervenire nel processo, decidendo a cosa destinare parte dei fondi. Vorremmo partire da una fetta del 5% del bilancio, poi è ovvio che se la sensibilità dei cittadini dovesse estendersi, la soglia del 5% potrebbe essere anche aumentata. Lei, oltre a essere consulente legale, è anche un amministratore di condomini. Immaginiamo che Potenza sia un grande condominio… …le problematiche sono tante, a cominciare dall’urbanistica e dalla cementificazione eccessiva che potrebbe consumare il nostro territorio in maniera irreparabile, rovinando perfino i luoghi più suggestivi della città. La politica, invece, dovrebbe puntare a una riqualificazione edilizia del patrimonio immobiliare già esistente, grazie alle nuove tecnologie e materiali. Un’azione di questo tipo renderebbe la città più efficiente sotto il profilo della qualità.
A proposito di urbanistica, il tema che sembra preoccupare maggiormente alcuni Potentini è lo stadio! Voi come vi ponete a questo proposito: e in merito alla ex Cip Zoo?
Abbiamo partecipato alla discussione della ex Cip Zoo con due mozioni dei nostri consiglieri regionali, nelle quali si chiedeva la cessione al Comune del suolo in favore della realizzazione di un parco, in base ad un lodevole progetto donato alla città da parte di un gruppo di architetti potentini. Il parco prevede, tra le altre cose, degli spazi aperti per incentivare l’attività sportiva. Per quanto riguarda lo stadio, bisogna prima effettuare delle valutazioni di merito. Per ora io dico che sarebbe opportuno potenziare il Viviani che è, a tutti gli effetti, un gioiello della nostra città.
Da parte vostra si parla della costituzione di una task force con lo scopo di reperire fondi, attraverso la partecipazione a bandi e progetti regionali. A cosa fate riferimento?
Alla costituzione di un ufficio finalizzato ad intercettare fondi da investire nella città Capoluogo. L’ufficio Europa attualmente è composto da pochissime unità, se non addirittura una, dunque si rende necessario, nonché utile, un potenziamento.
Nel vostro programma si parla anche di “rifiuti zero”: l’amministrazione De Luca però ha già ottenuto risultati notevoli. O no?
Certo fino a ora ci sono stati dei passi avanti, però noi vogliamo sottolineare la qualità del rifiuto raccolto, anche perché spesso è un dato che non viene trasmesso all’opinione pubblica. Vorremmo introdurre una raccolta differenziata tecnologica seguendo ciò che già avviene nel quartiere ebraico di Roma, ossia con buste microchippate e dei cassonetti con scheda magnetica. Un modello di differenziata come questo è capace di responsabilizzare ancora di più i cittadini, aumentando la quantità e la qualità dei rifiuti raccolti, magari introducendo anche una prospettiva di premialità per i più virtuosi, come uno sconto sui rifiuti, o l’omaggio di una bicicletta.
Se non erro, con le ecostation qualcosa del genere è già stato avviato dall’amministrazione comunale in carica...
Sì, ma questa azione andrebbe diffusa in base alle aree condominiali, anche perché non bastano le ecostation: le persone certo non sono intenzionate a percorrere dei chilometri per raggiungerle e depositare il rifiuto.
Secondo lei qual è la colpa principale dell’ultima amministrazione comunale?
La mobilità. Sono state montate paline elettroniche che non sono mai entrate in funzione. L’occasione sprecata, a mio avviso, è stata proprio questa, anche perché avrebbe consentito un efficiente monitoraggio del trasporto pubblico.
La Lega propone una municipalizzata per la gestione del trasporto pubblico, De Luca avverte che in questo modo si ripiomberebbe nel dissesto…
Creare una società pubblica per la gestione diretta del trasporto pubblico non sarebbe certo una cattiva idea, chiaramente valorizzando tutti i lavoratori che attualmente sono già impegnati.
A proposito di lavoro, è realmente nelle facoltà di un sindaco la capacità di creare occupazione?
Le condizioni per creare lavoro, sì. Applicando il principio dell’efficientamento energetico degli edifici pubblici, come la creazione di una centrale solare comunale, si abbatterebbero i costi dell’energia e con i soldi risparmiati in bolletta si potrebbero abbassare i tributi locali e consentire alle piccole e medie imprese che investono a Potenza un margine migliore di guadagno.
Tra i vostri candidati figura l’ex comandante dei Vigili, Monserrati. Qual è il vostro approccio in merito al tema sicurezza e quale rispetto al tema tasse, dato che lo stesso Monserrati è stato anche all’ufficio tributi?
Siamo assolutamente favorevoli a un potenziamento delle attività di videosorveglianza, mettendo in funzione tutte le telecamere già esistenti per monitorare gli ingressi e le uscite dalla città. Il problema sicurezza va affrontato per arginare fenomeni come i furti negli appartamenti e le deturpazioni del centro storico. Le tasse si possono ridurre solo arginando gli sprechi e incentivando il settore delle energie rinnovabili.
Ha parlato del fenomeno furti negli appartamenti. Ritiene che sia collegabile in qualche modo all’immigrazione?
Assolutamente no. Penso più a gente delle regioni limitrofe. Gli immigrati sono solo persone in cerca di aiuto.
Torniamo al tema lavoro. Secondo lei Mattia fece bene ad annunciare i famosi sessantamila posti?
La sua è stata una scelta studiata insieme a un gruppo di economisti. Detta così, mi rendo conto che possa sembrare un’affermazione velleitaria, ma è altrettanto vero che la Basilicata ha tante risorse che non vengono sfruttate al meglio.
Quando il cittadino Marco Falconeri si alza al mattino ed esce di casa, cos’è che lo fa incazzare di più?
Una viabilità caotica che crea disagi e problemi di sicurezza, specialmente alle ambulanze che cercano di raggiungere l’ospedale e spesso rimangono imbottigliate, senza dimenticare le condizioni in cui versa il manto stradale della città
Quali differenze ha avuto modo di notare tra l’amministrazione Santarsiero e quella De Luca?
La prima è stata caratterizzata dall’aver creato le condizioni del dissesto; la seconda dal tentativo di recuperare una situazione economico-finanziaria disperata. I tentativi di miglioramento chiaramente ci sono stati, anche se non sono stati raggiunti appieno.
La mancata candidatura di De Luca...
…forse in questo momento c’è una maggiore presenza di giovani.
… Qualcuno li ha definiti “dilettanti allo sbaraglio”
Non direi, ognuno di noi ha la propria esperienza da portare come valore aggiunto alla città, e poi se i cosiddetti “esperti” hanno raggiunto certi risultati, ben venga pure un po’ di inesperienza.
Qual è, dunque, il valore aggiunto di Marco Falconieri?
Il senso civico, cosa che ho dimostrato negli anni all’interno del Movimento 5 Stelle.
Qualche multa l’avrà presa anche lei, no?
(Ride) Certo, ma l’ho pagata volentieri.
A Matera c’è il refrain “tutto a Potenza”, oggi è il contrario con Matera 2019...
Dobbiamo essere intelligenti e cercare di riversare sul nostro territorio il flusso turistico diretto nella Capitale europea della cultura. L’obiettivo è la valorizzazione del nostro patrimonio artistico, come la Torre Guevara e il resto del plessi presenti nel centro storico.
Lei è un appassionato di fumetti. Quale super potere dovrebbe avere il sindaco?
La super vista, per poter guardare al di là della materia e avere uno sguardo di trasparenza a trecentosessanta gradi.
Sperando che non si riveli un “uomo invisibile”.
(Ride)
Il libro che la rappresenta?
“Fahrenheit 451” di Ray Bradbury, poiché la realtà distopica che l’autore immaginava è purtroppo anche parte del nostro mondo.
Il Film?
“Le ali della libertà”, poiché rappresenta la forza di chi non si arrende mai di fronte alle ingiustizie.
La canzone?
“Bar Mario” di Ligabue.
Tra cent’anni, cosa vorrebbe fosse scritto sulla sua lapide?
«Ha agito correttamente per il bene comune».