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Si torna a parlare di Giuliana, la Balena fossile con oltre un milione di anni ritrovata a Matera (presso la diga di San Giuliano da cui prende il nome) nel 2006, ma rimasta da allora chiusa in una serie di casse di legno nei magazzini del museo Ridola di Matera, in attesa di capire come esporla.

A riportare l’attenzione su questo importantissimo cetaceo fossile dopo 13 anni dal suo ritrovamento è uno studio coordinato dai paleontologi dell’Università di Pisa e appena pubblicato sulla rivista Biology Letters della Royal Society di Londra. Giuliana è il più grande cetaceo del Pleistocene. Anzi il più grande animale fossile mai ritrovato. Con i suoi circa 26 metri di lunghezza è la balena fossile di maggiori dimensioni rinvenuta fi nora. Ed è probabilmente il fossile dell’animale più pesante mai trovato: si stima che da viva pesasse tra le 130 e le 150 tonnellate, contro le circa 100 tonnellate del più grande dei dinosauri. Anziché essere esposta al pubblico nell’anno in cui Matera è Capitale Europea della Cultura questo reperto scientifico giace dimenticato nel Museo Archeologico Nazionale di Matera. Il Comune di Matera aveva stanziato anche 200mila euro per la comunicazione e la valorizzazione della balena Giuliana, soldi che però ancora non sono stati spesi perché sul progetto di recupero del fossile non si hanno certezze, tuttavia sembra se ne debba occupare la Regione Basilicata. C’era l’intenzione, da più parti, di essere pronti per il 2019 in questa direzione. Ma ovviamente l’appuntamento con il 2019 è arrivato ed esporre al grande pubblico la balena è una chimera visto che non si sa bene se è ancora “smontata” e quando verrà di fatto ricomposta per essere esposta al pubblico. Scoperta da un agricoltore l’8 agosto del 2006 nel lago artificiale di San Giuliano, il fossile non è stato ancora studiato, ma dalle prime indagini fatte al momento del ritrovamento è stato possibile stabilire le dimensioni del cetaceo. Il cranio ha permesso di stimare in 26 metri la lunghezza della balenottera, misure raggiunte oggi soltanto dalla balenottera azzurra e dalla balenottera comune che, con i loro 33 e 26 metri circa, sono i più grandi animali del pianeta. La sua grandezza potrebbe fornire informazioni anche sui cambiamenti climatici poiché quanto più grande è la massa di un corpo tanto più lenta è la sua perdita di calore in acque fredde. Il fossile confermerebbe la teoria secondo la quale l’aumento delle dimensioni di questi cetacei sarebbe una risposta alle glaciazioni degli ultimi 2 milioni di anni. Della balenottera sono state trovate 12 vertebre, diverse costole, la pinna pettorale, la parte posteriore del cranio, mandibola e mascella. I resti sono stati scoperti a circa 100 metri sul livello del mare quando l’Italia meridionale era molto diversa da oggi: l’attuale Puglia era un arcipelago di isolette e un ampio canale univa quello che oggi è il Mar Ionio con il Mare Adriatico. Oggi invece giace nascosta nonostante il rinnovato interesse della comunità scientifica internazionale.