- Walter De Stradis
- Sabato, 29 Settembre 2018 10:02
L’intervista di questa settimana è un esperimento. Il nostro interlocutore, infatti, è un “personaggio”, in questo caso il temibile e irresistibile Zio Vito, il vecchietto tenero e sarcastico che commenta i fatti cittadini in videocamera, su Facebook e su Youtube. Ovviamente, dietro gli occhiali abnormi e sotto il coppolino (il marchio di fabbrica) c’è il volto del suo creatore, il comico Mario Ierace (che non ha certo bisogno di presentazioni), e le risposte date alle nostre domande (così come i suoi interventi virali), sono pertanto fatti veri, “filtrati” dalle lenti spesse di Zio Vito, una sorta di nuova maschera della commedia dell’arte potentina che, spesso parlando di se stesso in terza persona, dice sempre ciò che pensa, a volte per “contrappasso” (come nelle sue battute non “politically correct”), a volte per “metafora”, a volte –come dice lui- “dritt dritt”. Ma non sono mancati i discorsi seri, molto seri.
Zio Vito, come giustifica la sua esistenza?
Ehhh, Zio Vito è nato, per prima cosa, e già quello basta. Poi, un giorno, Zio Vito ha iniziato a lamentarsi in un bar, per caso, come fanno quei vecchi che rompono i coglioni, quelli che camminano per Santa Maria con le mani n’dreta e si lamentano dei lavori in corso. E così, un’amica mia ha avuto l’infelice idea di pubblicarmi su Facebook e, visto il successo, ho continuato.
Poi lei ha conosciuto la sua, ormai famosa, “badamante”.
Come tutti, perché tutti gli anziani tengono un libretto alla Posta. Inevitabilmente, allora, la “badante” diventa “badamante”.
Ma lei vuole bene alla sua “badamante”?
Io la amo sicuro, lei mi ama a fine mese.
All’inizio, su Youtube, lei parlava solo degli anziani…
… poi a Potenza sono successe un po’ di puttanate, e allora ho iniziato a parlare anche del “sociale”. E quindi so’ diventato “social”… anche perché era la gente che mi chiedeva di commentare le cose. Ho ricevuto messaggi anche dall’Argentina. Pensa ‘nu po’, per alcuni Lucani lontani lontani sono diventato l’unica fonte di informazione che hanno. Molti questa Terra la amano e la odiano.
E lei?
Io l’adoro. Anche se ci sono delle situazioni che, insomma, mi girano proprio le pale a olio.
Zio Vito, ma lei quanti anni ha?
Io ho fatto la Grande Guerra, quella del 15-18, anzi, facciamo 18 e 30 perché noi Italiani, fra caffè al bar e tutto, arriviamo sempre un po’ in ritardo (gli Austriaci sono arrivati puntuali). E quindi, io nemmeno so quanti anni ho: se mi faccio i conti dovrebbero essere già più di cento. Ma io vivo ancora, soprattutto grazie alla “badamante”, perché ogni mattina lei mi fa l’alzabandiera.
A proposito di “Grande Guerra”…
Esatto, e se funziona l’alzabandiera, funziona tutto.
Ma lei si aiuta con la pillolina blu?
No, tutto naturale. “blu” diventa la badante, quando la metto a cap a cecio. Eh, zio Vito ci ha proprio la tempra. E non solo la tempra, pure altre parti, diciamo.
E in quale rione di Potenza abita lei?
Attualmente abito a Poggio Tre Galli, ma per 15 anni ho abitato a Verderuolo. Quindi sto nel magico mondo delle “rotonde”. E infatti, p’ venì qua a magnà, so’ iut’ p’ Ruoti. Oppure avrei dovuto prendere un autobus della Sita, uno di quelli blu.
Quindi il suo è un giudizio negativo su questa innovazione?
Non è che io parlo per forza male delle cose. Io, ci ho solo l’umore del popolo, ma sulle rotonde voglio anche dire una cosa positiva… (lungo silenzio). Vabè, INVENTIAMOCI una cosa positiva.
E sarebbe?
La riapertura del tratto di Via Anzio-Regione Basilicata. Anche lo snodo del Gallitello …è un po’ contorto, ma alla fine, il suo lo fa.
Torniamo alle rotonde di Verderuolo.
Quarant’anni fa c’erano già i doppi sensi, ma li tolsero, perché dissero che il numero di auto era aumentato. Figurati oggi! Secondo me andava fatto uno studio approfondito, chessò, sullo smog, sul traffico, ma anche sull’umore delle persone. Una zona la puoi capire solo se ci vivi. Sono già passati dieci giorni dall’apertura delle scuole, e la sera alle 9 c’è la stessa coda della mattina. E’ nu casin, perché il flusso d’auto è triplicato e il problema vero è in Via Milano. Certo, poi gn’ so semb’ i rincoglionit’, ca nun sann’ guidà. Ma i rincoglioniti quanti possono essere? Cento, mille? Ma gli altri diecimila che passano di lì non sono mica tutti rincoglioniti!
Lei guida?
Il motocarro. Quando carico qualcuno è sempre a sponda di motocarro. E io carico sempre.
E quali sono le zone in cui carica?
‘Na vota alla Ferriera, ma mo’ c’è un’altra zona dove ci sono sempre le signorine che aspettano l’autobus che non passa mai. Zio Vito qualche volta ci va, perché gli sta molto a cuore l’incrocio delle culture, delle lingue, insomma.
Guardi che le fanno la multa.
Zio Vito piglia ‘na bella pensione.
Che lavoro faceva?
Ho fatto la Grande e Piccola Guerra. E poi Zio Vito è sempre stato in campagna. Tengo il motozappa, il motocarro e… giocavo pure “in borsa”. Ero un borsista, diciamo.
Senta, della raccolta differenziata in città cosa pensa?
Andava fatta, perché in una città civile si fa così. Io so’ anziano e non porto ancora il pannolone, però, pensi un po’ ci ho ancora mio nonno, che invece lo usa. Zio Vito ha fatto richiesta per il secchio per le cose sanitarie, e lo ha avuto, ma per mesi e mesi non è venuto nessuno a ritirarle. Al punto che un tizio mi ha detto: fai ‘na cosa, mena tutto nell’indifferenziata e buonanotte (se fosse stato da subito così, almeno, Zio Vito non astemava tutti i santi del Paradiso, anche qualcuno extra, straniero, diciamo). Allora io dico: ma tutti ‘sti secchi che hanno dato alle famiglie, che li hanno pagati a fare?
Lei ha parlato di “santi stranieri”: la città è cambiata, per via della presenza di molti immigrati.
Io non sono razzista: infatti ci ho la “badamante”! Anche se lei –per la verità- è “femmina”, non è proprio “donna”: deve ancora passare di grado e quindi per il momento deve sottostare ai miei ordini. Io dico sempre una cosa: settant’anni fa, noi meridionali simm’ iut’ a romp’ i coglion’ al Nord, no? Siamo andati anche all’estero, a faticà, e sicuramente non siamo stati trattati benissimo. Oggi bisogna accettare, anche perché il Mondo non ha più confini. Certo, ci vuole una regolamentazione generale.
E lo spopolamento? Come vede questi giovani lucani che se ne vanno?
Una volta erano quelli con la valigia di cartone, gli “ignoranti”, che se ne andavano, oggi sono i laureati. E’ la cosiddetta “fuga dei Cervelli”. Zio Vito è rimasto qua.
Recentemente in Basilicata, a seguito all’inchiesta sulla sanità, si è parlato assai di raccomandazione.
Ehh, ‘stu fatt della raccomandazione: guarda, mi dispiace assai …che non è uscito prima.(ridacchia)
Cosa doveva “uscire prima”? Il fatto della raccomandazione o …Qualcuno?
Ehhh …non lo so, io non facevo parte di ‘sta “lista verde”, anche perché io con i Verdi non ho mai legato (la Natura mi piace, ma mi piace di più la carne, cioè le persone vere, le “badamanti”). Comunque, io dico sempre: chi pe’ sti mari và, ‘sti pesci piglia (indica casualmente le parti basse - ndr). Certo, non è una bella cosa: dice che nelle intercettazioni hanno dovuto interpretare i labbrali, che erano tanti. E poi, non è che non si sapeva: l’Italia in generale è fatta di raccomandazioni, soprattutto il Sud e soprattutto la Basilicata.
Ma lei si è mai raccomandato a qualcuno?
Mai. Solo una volta sono andato alla Regione per farmi cambiare l’olio al motocarro, ma ho dovuto aspettare in fila tre mesi.
Ma in generale, qual è il suo rapporto con la sanità lucana?
L’altra volta, in ospedale, manco so‘ trasut’, il caporeparto mi ha detto: «Ah, uagliò, nun accumincià a parlà mal’!»! Ultimamente, per motivi familiari, sono stato tantissimo in ospedale, e se tu chiedi di cambiare le lenzuola al tuo parente ricoverato, e quelli ti rispondono “Non ce ne sono, vai giù e fattele prestare”, come quando chiedi il sale al dirimpettaio, vuol dire che c’è un problema reale. E voglio elogiare chi ci lavora, magari a ranghi ridottissimi, con orari massacranti e reparti super affollati. Zio Vito, non poche volte, al Don Uva, ha distribuito i vassoi della cena con l’unico infermiere che stava nel reparto: è il sistema che non funziona, non sono le persone.
Zio Vito, l’ha mai chiamata qualche politico per dargli “una mano”?
“Una mano”? Ehhh, quelli…, man’ e pier’ l’avissera piglià! Ehm, dicevo, io, Zio Vito, sono “mancino” (ma non come quelli di adesso), e alle ultime elezioni comunali sono stato chiamato a candidarmi dall’una e dall’altra parte. Ma io gli ho detto: «No, grazie, sono anziano, e poi non so fare il comico come lo fate voi. Non mi permetterei mai, non sono preparato».
L’altra volta si è candidata Francesca Barra, oggi Carmen Lasorella. Che succede?
Il fatto è che si è alla ricerca “dei personaggi”. Anche per questo fui chiamato pure io, come altre persone che conosco. Il partito debole cerca il volto noto, che poi ne sappia o non ne sappia di politica, a loro non gliene fotte niente.
Carmen Lasorella ci ha già detto un paio di volte: «Mi spiace, non concedo interviste».
E tu gli dovevi rispondere: «E io non concedo voti. Peccato, ne tenevo due o tremila proprio qua, e mo’ che faccio? Mi sa che li butto via».
Domanda che faccio sempre: se potesse prendere sotto braccio chi governa in Basilicata, cosa gli direbbe?
Ma …“sotto braccio” in che senso?
Nel senso di incontro amichevole, confidenziale…
…ahhh, io invece avevo capito “sotto braccio” come quando li vengono a prendere e li portano via, ehm … no, io cioè non ho quel tipo di conoscenze, sono un semplice cittadino. Farei domande, ma non otterrei le risposte giuste.
Marzullo ogni tanto torna utile: si faccia una domanda e si dia una risposta.
Zio Vito quanto vuoi campà? (Si tocca). Spero il più possibile. Comunque, volevo dire che da quando Zio Vito ha iniziato a occuparsi del sociale, cioè di temi un po’ meno frivoli, ha anche iniziato a ricevere minacce. Non era mai successo.
Non sta scherzando, adesso.
No. E’ tutto agli atti. Come si dice, è tutto segnato.
Zio Vito è un tipo vendicativo?
No, no, assolutamente. Anche perché ho notato, allo stesso tempo, che la parola fa male più di ogni altra cosa. Sarebbe bello, però, far sapere alle persone di Potenza chi sono veramente certi politici e cosa scrivono.
Ma non teme vendette “trasversali”?
No, no, bell’ dritt’ dritt’ e sempre a loro, gagliard’ e tost’ da Greta, con garbo. Anche senza olio, tanto loro sono abituati.
Qualcuno l’ha mai copiata?
Haivoglia, ma un Zio Vito “cinese” non serve.
Il libro che la rappresenta?
“L’Uomo dei Tulipani”, di Lorenzo Marini.
La canzone?
“Cime Tempestose”, di Kate Bush.
Il film?
“La Leggenda del Pianista sull’Oceano”.
Fra cent’anni cosa vorrebbe fosse scritto sulla sua lapide?
Una volta qualcuno disse a mio padre, che non c’è più, «Uè, vecchio ‘nzallanut’!» e lui rispose: «Io sono stato quello che tu sei, ma non so se tu sarai quello che io sono». Insomma, gli tirò una seccia di quelle… e pure io, sai quanda me n’aggia purtà. Adesso però ti voglio dare uno scupp’t, come dici tu: Zio Vito –probabilmente- sarà anche in tv, e presto anche a teatro. Saprete quando. Nel frattempo, cari lettori di “Controsenso”, a lu vostr’, gagliard’ e tost’, ‘ngasa vostr’, da Greta, con garbo.