- Walter De Stradis
- Sabato, 21 Aprile 2018 10:04
44 anni ancora da compiere, capelli sale e pepe, aria fra lo sbarazzino e il sornione (tipica di alcuni “grillini”). Giovanni Perrino, ingegnere elettronico materano (ma originario di Miglionico), è capogruppo del Movimento Cinque Stelle, al consiglio regionale della Basilicata.
Come giustifica la sua esistenza?
- Mmm, una domanda difficile. Presuppone tutto un lavoro introspettivo, che pur sto facendo da qualche anno, ma senza giungere a risposte definitive. Nel “Bhagavad Gita”, Krishna dava ad Arjuna questo suggerimento: «Cerca di far bene ciò che ti è toccato in sorte».
Cita le scritture sanscrite… in un consiglio regionale (quello sulla riduzione dei costi della politica) lei ha tirato in ballo Bob Marley…. il suo sembra uno stile un po’ “New Age’…
- … Bob Marley non era “New Age”…
Lo so bene (avendo io scritto un libro su di lui). Era per dire…uno stile spirituale, che col “Bhagavad Gita” si fa anche un po’ esoterico…
- Sì, perche l’esoterismo non va visto come qualcosa che trascende dalla realtà, ma tutto il contrario. Le metafore sono il ponte verso la verità.
A proposito di misteri e di verità arcane: cos’è successo con le elezioni del 4 marzo? Non sembra che tutti, politici compresi, lo abbiano “capito”.
- Me lo sto chiedendo anch’io. E’ una domanda un po’ esistenziale, come la prima che mi ha fatto. Diciamo che è successo ciò che forse sarebbe già potuto succedere prima, se ci fossero stati “visionari” come Grillo e Casaleggio.
La Basilicata è quindi cambiata dopo il 4 marzo? O era già cambiata prima?
- Onestamente in Basilicata io vedo una stagnazione. Non cambia nulla. Da troppi anni. In politica siamo costantemente stagnati nella rincorsa alle emergenze.
Ma la batosta che ha preso il centrosinistra dovrà pur significare qualcosa.
- Questo dipenderà da noi, se saremo capaci, cioè, di capitalizzare un risultato che è andato ben oltre le pur rosee previsioni. Sono quindi cambiate le aspettative dei cittadini.
Mentre venivo da lei, c’è stato un siparietto presso gli uffici del consiglio regionale. In presenza di un vostro collaboratore, ho incontrato l’ex presidente Franco Mollica e gli ho chiesto di fare un’intervista per commentare tutti i suoi video diventati virali (mi riferivo a quello sulla votazione per la presidenza del consiglio; al bisticcio con Santarsiero e Lacorazza; al “te n’aia scì” a Polese). Non mi ha dato il tempo di spiegare bene, perché subito mi ha risposto «Chiediglielo ai 5 Stelle».
- Io non c’ero, ma non faccio fatica a crederci (ride). Mollica è fatto così. Forse si riferisce al fatto che a noi non piace stare zitti.
Il vostro collaboratore, a quel punto, ha ricordato a Mollica che voi avete chiesto le sue dimissioni da consigliere. Lui ha risposto, stizzito: «Ma chiedetele a Caiata!».
- Caiata probabilmente ci rispedirebbe al mittente.
Mollica si riferiva al fatto che Caiata è stato eletto nei 5 Stelle.
- Sì, ma Caiata non fa parte del nostro gruppo parlamentare, proprio perché ha nascosto la sua posizione di indagato, che lui a quanto pare conosceva benissimo.
Cos’è che la politica lucana, dal canto suo, “nasconde” ai cittadini? La settimana scorsa a Giannino Romaniello chiedevo se esistesse la Massoneria, e lui diceva di sì, chiamando in causa l’ “affaire” eolico.
- Se siamo nella situazione “stagnante” a cui facevo cenno prima, evidentemente è anche perché ci sono delle maglie che irretiscono le buone intenzioni. Massoneria e poteri forti? E’ un esercizio di ricerca nel quale nemmeno mi cimento. Mi pare addirittura “superfluo”. Non è un “mistero” per nessuno che noi lucani siamo tenuti in ostaggio dal binomio petrolio e sviluppo (che tra l’altro non c’è).
La settimana scorsa c’è stato, dopo allucinanti rinvii, il rinnovo della presidenza dell’assise regionale. Santarsiero diventa il nuovo presidente del Consiglio, con Pace che si arrabbia e cita precedenti accordi scritti non mantenuti.
- Sì, questi qui fanno e prendono accordi a seconda delle esigenze politiche del momento, e poi, quando cambiano le situazioni, quegli accordi è come se fossero stati scritti su rotoli di carta igienica.
Ma tutto ciò è regolare?
- No, ma probabilmente da parte loro si è trattato soltanto di voler suggellare un accordo, mettendoci una firma, ben sapendo però che non aveva nessun valore. Ma io non mi stupisco di questo, bensì del fatto stesso che ci si stupisca che cambino le carte in tavola. E’ sempre stato così. Ricordo, infatti, anche il famoso post su Facebook a proposito di Benedetto e di un altro accordo scritto che lo riguardava.
Che presidente crede –o temeche sarà Santarsiero?
- Non faccio speculazioni, ma mi auguro che ci sia una discontinuità. Mollica in alcuni casi si è mostrato sensibile alle nostre richieste, ma episodi come quelli dei video da lei citati, certo hanno oscurato quanto fatto da lui. Adesso mi auguro che vengano prese in considerazioni le nostre richieste di accesso agli atti, e le nostre attività ispettive che spesso vengono bypassate o –più o meno velatamente- boicottate.
A proposito del “nascondere”.
- Sì, si trovano agilmente le cosiddette “pezze a colori”, magari per motivare perché una proposta di legge non è stata portata in commissione. o perché è stata “scavalcata” da un’altra arrivata dopo.
Su cosa siete stati boicottati?
- Sulla riduzione dei costi della politica. Era un nostro cavallo di battaglia portato avanti per anni, per poi ritrovarci la proposta di legge di Romaniello al primo punto dell’ordine del giorno (tra l’altro totalmente emendata da Lacorazza, tanto da diventare la sua).
Il risultato lo avete chiamato “taglietto” sull’indennità dei consiglieri regionali.
- Sì, una spuntatina tanto per lavarsi la coscienza. Quantomeno, noi siamo riusciti a far inserire un emendamento per coinvolgere i cittadini lucani nella scelta della destinazione di questo budget.
L’ex parlamentare Nicola Savino, sul nostro giornale, scriveva che –taglia qui e taglia lì- alla fi ne il rischio è che saranno privilegiati i politici che “costano meno”.
- Sarebbe come dire che la donna bella è anche stupida. Un luogo comune e nulla più. Non credo che gli Italiani siano privi di senso critico. Per me il taglio delle indennità è un valore aggiunto.
L’opinionista Mario Petrone scrive spesso sul nostro giornale: «il massimo che ti puoi aspettare dalla vita è un politico che accanto ai fatti propri, si cura anche dei nostri».
- Ritornando alla citazione del “Bhagavad Gita”, senza per questo voler apparire come il paladino di chissà cosa, il sottoscritto, come consigliere regionale, ha sempre cercato di mettere in primo piano l’interesse dei Lucani. Anche a scapito dei propri.
Esempio?
- Dando per scontato il taglio dello stipendio (è un nostro tratto distintivo, quindi nulla di eccezionale), io mi sono mosso per bloccare all’ASM un concorso –poi revocato- per infermieri (poiché c’erano già 300 di loro in attesa di concludere una procedura concorsuale del 2013), pur avendo una moglie infermiera precaria, che quel concorso avrebbe avuto interesse a farlo.
Sua moglie si è arrabbiata?
- No, mi ha detto «Io so che sei fatto così e sto con te anche per questo». Mi ha fatto i complimenti.
Lei si ricorda quanti soldi della sua indennità ha restituito finora?
- Come faccio a dimenticarlo!? Ci penso tutte le sere prima di andare a dormire! (ride) Siamo intorno ai 160mila euro, più le rinunce come capogruppo.
Mi faccia capire come funziona. Dove vengono messi questi soldi?
- Io li “intasco” virtualmente (la Regione me li accredita sul mio conto corrente), dopodiché opero il “taglio” uniformandomi ai criteri che abbiamo deciso di adottare a livello nazionale. Insieme all’altro consigliere (Gianni Leggieri – ndr), giriamo i soldi su un conto corrente “intermedio” (di tutti e due), e poi –nel nostro caso- li abbiamo destinati a 23 scuole lucane, attraverso un bando (“Facciamo Scuola”).
Come sono stati utilizzati?
- Per efficientamento energetico, microinterventi di ristrutturazione, lavori per migliorare l’accessibilità…c’è stato chi ha comprato i computer nuovi (dopo dieci anni), beni strumentali per avviare progetti… Nel frattempo si sono accumulate altre risorse che ora dobbiamo decidere come spendere. Mi faccia dire che il nostro modo di procedere è stato preso come esempio da tutto il Movimento nazionale, che l’ha esteso alle altre regioni.
C’è stato però anche chi ha detto (Lacorazza): sì, vanno benone i “tagli volontari”, ma istituiamo un fondo dalle indennità dei consiglieri, con la sicurezza che i soldi rimangano a disposizione della comunità, che deciderà, tramite consultazione online, i dieci temi principali su cui spenderli.
- Ottima proposta, ma invito Lacorazza a seguire il nostro esempio e a quel punto, quel progetto lo faremo insieme. Per intanto, quelli che ci auto-infliggiamo, non sono certo i “taglietti” previsti dalla legge regionale che è stata approvata. Per cui, per il momento, mi sembra giusto che la scelta di come e dove destinarli venga lasciata a noi.
Se potesse prendere sotto braccio Pittella… o magari l’ha già fatto…
- …no, ma mai dire mai, perché un giorno uno può pure uscire pazzo e…
…e…?
- Gli direi: «Non hai proprio nient’altro da fare nella vita???».
Le tre tematiche su cui i Lucani non devono mai abbassare la guardia?
- 1 – La tutela dell’ambiente e del territorio. 2 – I diritti (che vengono fatti passare per concessioni). 3 - L’analisi e la verifi ca del lavoro di chi li rappresenta nelle istituzioni. Troppo spesso, infatti, si è poco informati e si ragiona “per tifoserie”, come se si fosse allo stadio.
Però, detto da voi che avete candidato un presidente di calcio…
- Lei sta mettendo il dito nella piaga. Le ricordo che Caiata fa parte ormai di un altro gruppo.
E io le ricordo che, se non fosse uscita fuori quella questioncella, oggi Caiata sarebbe un deputato del M5S.
- Questo è vero, ma ritengo che provenire dal mondo del calcio non possa diventare magari un alibi per far diventare la politica roba da tifoseria. Cosa, questa, che accade troppe volte.
Lei è Materano. Quante “stelle” diamo alla questione Capitale della Cultura?
- Si possono dare le ”stalle” invece delle “stelle”?
Come no.
- Allora gliene do cinque. Perché, da Materano, vedo che non è cambiato e successo nulla, a parte le diatribe fra le varie forze politiche e i tentativi di accreditare l’evento alla propria parrocchia. E’ una situazione di “stallo” (per giocare ancora con le parole), che non giova certo ai cittadini (a parte un’impennata –piuttosto estemporanea- del turismo), le cui aspettative sono tante.
A volte i suoi comunicati paiono piuttosto duri. Ha mai ricevuto querele?
- Sì, un paio, dalla stessa persona, che si è sentita diffamata dalle mie esternazioni su ciò che accadeva nell’ente in cui lui rivestiva un ruolo apicale. Ho un’udienza domani (mercoledì – ndr). Però preferisco non fare nomi. Come vede, anche noi “nascondiamo” delle cose. (Sorride).
Si rende conto che, se condannato, un domani sarà anche lei un “pregiudicato”?
- Sì, ma il motivo per cui un giorno potrei essere un pregiudicato, non è tale da dovermi andare a nascondere dinanzi all’opinione pubblica. Anzi, la prenderò come una medaglia. Ritornando, ancora una volta, alle scritture indiane, uno cerca di fare al meglio ciò che gli è capitato in sorte, senza preoccuparsi delle possibili conseguenze.
Lei citava Marley, ma lo sa che è il cantante preferito di Luca Braia?
- Hmm. Non possiamo mica dissentire su tutto.
Questo glielo rende più simpatico?
- Se avesse le treccine, sì.
La vedo dura. La canzone della sua vita?
- “Mio fratello è figlio unico”, di Rino Gaetano. A casa mia siamo tre figli unici.
Il film?
- “Qualcuno volò sul nido del cuculo”.
Il libro?
- Bah … ultimamente mi ha molto colpito “Frammenti di un insegnamento sconosciuto”, di Ouspensky.
L’allievo di Gurdjeff? Insomma, ancora esoterismo e misticismo.
- Lei cerca, maliziosamente, di inquadrarmi. Ma non è così (ride).
Fra cent’anni cosa vorrebbe fosse scritto sulla sua lapide?
- L’ho scritto ieri su Facebook: «Stava attendendo, sulla riva del fiume, che passasse il cadavere del suo nemico, quando invece ha visto passare il suo».
E’ una citazione anche questa?
No, è roba mia.