- Redazione
- Venerdì, 20 Aprile 2018 08:27
di Antonella Sabia
Non si è spento ancora l’eco sul “caso” Vietri, uno dei tanti Comuni a cui è stato inoltrato un atto di diffida stragiudiziale, in quanto non ha rispettato le norme sulla parità di genere, circa la rappresentanza femminile in Giunta. Anche il Comune di Potenza, ci tiene a precisare la Consigliera regionale di Parità, avv. Ivana Pipponzi, periodicamente le riceve, «soprattutto in quest’ultimo periodo in cui l’inadempimento è marchiano, con l’assenza di 2 presenze femminili e il mancato raggiungimento del 40 % previsto dalle legge Delrio».
Nel caso specifico di Vietri, il principio accolto dal TAR (che aveva annullato la delibera di nomina della Gunta), che la Pipponzi aveva contribuito a sostenere attraverso l’appoggio del ricorso fatto da una Donna elettrice del paese, è quello contenuto nella nostra Carta Costituzionale agli artt 3 e 51 laddove si afferma l’uguaglianza dei sessi e la cultura paritaria, propria dei Costituenti.
L’azione che ha portato alla decisione del Tar non era stata quindi inoltrata in maniera autonoma dalla Consigliera di Parità, poiché questa può solo affiancare il ricorso proposto da un cittadino elettore, e non ha la possibilità di proporlo direttamente, come contenuto nella Legge istitutiva della Funzione. La stessa Prefetta di Potenza, inoltre, aveva sollecitato al Sindaco di Vietri e ad altri inadempienti, l’applicazione della legge.
«La mia azione non è stata motivata da ragioni di “appartenenza politica” come è stato ventilato- sottolinea l’avvocata Pipponzi- infatti ho deciso da subito di non avere più la tessera di Forza Italia e non sono iscritta ad alcun partito per senso di responsabilità, per garantire quanto più possibile la terzietà del mio agire. Peraltro è nella cronistoria che tutte le azioni che ho messo in campo portano avanti la tutela dei diritti umani, e sono azioni assolutamente trasversali e che in alcuni casi -come la battaglia per le persone LGBT- sono anche non in linea con il programma di Forza Italia, a riprova del fatto che sono una persona con sentire laico e principi libertari. Sono fermamente convinta che le istituzioni debbano garantire quanto più possibile la laicità, e certe battaglie non hanno assolutamente colore».
La Consigliera Pipponzi pertanto contesta la necessità di una continua dietrologia «mentre si sta diligentemente portando avanti il proprio lavoro, non certo per doppi fini o visibilità». La battaglia dell’avvocata Pipponzi è tesa all’affermazione del principio paritario sancito da oltre 70 anni nella Costituzione: «non certo un’azione “ad personam” portata avanti contro il Sindaco di Vietri o contro la sua amministrazione. Non li conosco, ma sono convinta siano persone degne e perbene; mi piacerebbe anzi incontrarle, perché parlandoci sono certa di poter trovare molti punti in comune».
Ricordiamo ai lettori che in seguito alla citata decisione del TAR (Sentenza n.237/2018), il sindaco di Vietri di Potenza, Christian Giordano, ha espletato una nuova istruttoria, pubblicando un avviso pubblico per acquisire eventuali manifestazioni di interesse da parte di donne (appartenenti al suo movimento politico) interessate a svolgere il ruolo di assessore. Il sindaco rende noto che non sono state acquisite manifestazioni di interesse che rispettassero i requisiti dell’avviso pubblico. Sono, infatti, pervenute al Protocollo del comune soltanto 4 manifestazioni di interesse per la nomina di assessore, da parte di altrettante donne, senza requisiti richiesti dal bando e tutte chiaramente esposte politicamente –riferisce Giordano- contro l’Amministrazione. Pertanto, il sindaco di Vietri ha nominato la Giunta nella medesima composizione di quella precedente (Antonio Russo e Franco Pantalena).
Il Tribunale amministrativo regionale della Basilicata aveva accolto il ricorso proposto dalla Consigliera regionale di Parità, Ivana Enrica Pipponzi contro il Comune di Vietri di Potenza, annullando il Decreto di nomina della Giunta, ritenendo insufficiente l’istruttoria espletata relativa al rispetto della parità di genere..
«Al momento la sentenza del TAR è stata applicata in maniera corretta –afferma la Consigliera di Parità- Dal punto di vista formale è a posto, ma non voglio credere però che in tutta Vietri non ci sia UNA SOLA DONNA che abbia sposato quel progetto politico e sia capace di stare in giunta: credo che le donne vadano stimolate positivamente non solo a candidarsi, ma anche ad amministrare. Questo avrebbe dovuto fare il sindaco. Sono assolutamente felice che un ragazzo di 30 anni sia a capo di un’amministrazione comunale, ma credo che il suo approccio avrebbe dovuto essere un po’ più all’avanguardia.”.
Da qui l’auspicio sulla necessità, non appena si sarà formato il Governo nazionale, di fare una proposta di legge che ampli la legge Delrio, affinché la si possa estendere anche a quei Comuni con meno di 3000 abitanti: «Si è capito con questa storia che solo quando c’è una legge impositiva, si può raggiungere un risultato. L’Italia è ancora lontana dall’aver maturato una effettiva idea di parità, che rappresenta un valore aggiunto anche in politica».
Un caso, quello di Vietri, che sta facendo molto discutere, ma che si rivela indubbiamente utile per “formare” l’opinione pubblica: la cultura si fa anche attraverso questi processi. «Bisognerebbe partire già dalle scuole nella formazione di questa cultura, per sfrondare gli stereotipi. In quest’ottica è in dirittura di arrivo un protocollo d’intesa stilato con l’Ufficio Scolastico Regionale della Basilicata, che ricalca quello nazionale, proprio per andare a promuovere nell’ambito dei progetti scolastici dei moduli che formino le studentesse e gli studenti contro le discriminazioni di genere, anche in politica, e contro gli stereotipi. È dai banchi scolastici che si deve partire per formare una cultura paritaria», conclude la Pipponzi.