- Walter De Stradis
- Sabato, 07 Aprile 2018 10:08
«Mia moglie mi accusa di essere un chiacchierone», ci dice Alfonso Ernesto Navazio, fresco sessantenne, “ex” diverse cose (sindaco di Melfi, consigliere regionale, commissario Asi di Potenza), attualmente sui banchi dell’opposizione nell’assise comunale del suo paese. La signora Navazio -non ce ne voglia il marito- forse un pochino ha ragione, anche se nel corso dell’intervista, in verità, di “chiacchiere” ne sono state dette davvero poche.
Come giustifica la sua esistenza?
Beh, oltre alla mia attività di docente (Matematica e Fisica), mi sono sempre occupato di politica, fin dai tempi dell’Università a Pisa.
Lei nasce Socialista.
Nasco praticamente col PSI: mio padre era vicesindaco. Tornato a Melfi dopo la laurea, fui “cooptato” nel direttivo del partito e nel 1992 venni eletto per la prima volta consigliere comunale (lista civica “La Ginestra”). Rieletto nel 1997 (Nuovo PSI), a un certo punto assunsi la carica di Vice Sindaco, per poi essere eletto Primo Cittadino nel 2001 (Lista Civica Melfi 2001) e poi nel 2006, sempre con una coalizione di centro-destra. L’adesione alla “nuova ventata” di Forza Italia per quelli come me fu una reazione a quei “carnefi ci” che, dall’interno, a noi socialisti ci volevano chiudere bottega.
C’è poi la parentesi come commissario straordinario del Consorzio Asi di Potenza.
Sì, nel 2008 (il mio rapporto con FI era comunque conflittuale), raccolsi la “sfida” estemporanea lanciatami dal vulcanico Folino: venne a Melfi alla Festa dello Spirito Santo e mi disse “Ma tu accetteresti”? E così fu: ho “ridato” alla città di Potenza la ex Cip Zoo. Nel 2010, poi, divenni consigliere regionale (con Io Amo la Lucania di Magdi Allam) e –dopo essermi candidato al Parlamento con Monti- oggi mi ritrovo in consiglio comunale, a Melfi , sui banchi dell’opposizione (Lista Civica Noi per Melfi )…
…“contro” un sindaco che –destino beffardo- è segretario regionale del PSI.
Sì, ma lui andò coi “carnefici” a cui facevo cenno prima (sorride), anche se lui questo me lo contesta.
E’ bastato navigare su Internet (tramite anche il sito del Comune di Melfi – ndr) per trovare alcune informazioni “dettagliate” su di lei. Per esempio: lei ha una casa a Campomarino. Dov’è???
In provincia di Termoli. E’ una casa al mare.
Apprendo anche che come auto lei ha una Crysler…
Il nome è altisonante, ma la macchina è piccola.
Ha pure una moto Yamaha…
Una 125, ma è di mio figlio.
Ha anche quote azionarie in Enel e Deutsche Telekom.
Sì, me l’ha suggerito il direttore di banca, ma sono in perdita tutt’e due (ride).
Le ho chiesto queste cose, perché vorrei sapere se trova giusto che siano informazioni disponibili online.
Mmm, così in dettaglio no, perché la gente potrebbe farsi idee strane (i politici sono odiati abbastanza), pur in presenza di cose che sono frutto di trent’anni di attività lavorative. E’ chiaro, però, che chi copre o ha ricoperto incarichi pubblici deve dare conto. Io non sono mai stato un “carrierista politico”, ma un uomo di idee. Per esempio, sono appassionato di musica e Hyde Park l’ho avuta sempre in testa: le ville comunali a Melfi non hanno recinzioni. E’ una delle prime cose che facemmo.
Lei mi parla di musica e di idee, ma una delle accuse mosse all’attuale governo cittadino è proprio quello di essere una giunta troppo “intellettuale”.
Più che “intellettuale” io direi “dormiente”, anche se composta da persone capaci. Il problema, più che gli assessori, è il Capo della giunta. E’ lui che frena. La prima volta si candidò sindaco contro un mio assessore, al grido di “Navazio è un despota!!!”. Lui è diventato peggio.
Ho raccolto un po’ di sue dichiarazioni rilasciate –negli ultimi anni- a giornali e web. Qualche anno fa lei diceva. «Ho lasciato una città “indipendente” dai poteri politici forti e per questo “orgogliosa”». Melfi è rimasta così?
Melfi è una città supina, perché la politica -secondo Valvano- significa essere succubi di Pittella (vedi il suo, attuale, attacco al M5S). Lui –al contrario- parla di “omogeneizzazione” vantaggiosa con la città-regione. Per dirne una: l’anno scorso Melfi non aveva fatto domanda alla Regione (la fanno tutti i comuni) per avere spazi finanziari maggiori rispetto al Patto di Stabilità: alla scadenza (21 giugno), essendo venuto meno un comune, Pittella chiama Valvano e gli assegna un milione. E questo non è giusto.
Perché?
Perché adesso Valvano non “grida” per ciò che ci spetterebbe, in riferimento a Monticchio o a Melfi in generale. Lui punta tutto su questa pratica di concertazione col Governatore, mentre la Storia ci insegna che più si “grida”, più si ottengono le cose che ti spettano. Lui, come segretario del PSI e come sindaco di Melfi , non può chiedere due cose allo stesso tavolo, il che verosimilmente lo porta a dover cedere proprio sulla sua città.
Veniamo alle polemiche sul Millenario. Lei dice: «Possiamo celebrare un evento del genere senza un minimo di discussione?».
Già. C’è questa storia della statua, ad esempio. Hanno pensato di far costruire questo “simbolo”, un monumento celebrativo, affidandolo al famoso Mimmo Paladino (di sue opere in giro ce ne sono già tante), per una spesa di 300 mila euro, più altri 20mila (per il posizionamento) a un architetto sconosciuto di Benevento, evidentemente richiesto dallo scultore. Di più: cinquanta metri prima della piazza e della statua, ci sarà un murales: altri 30 mila euro.
Cosa raffigurerà la statua?
Non si sa ancora, e l’affidamento non è stato ancora fatto, perché mancano i soldi. Il bilancio l’approveremo la prossima settimana.
Ma voi perché siete contrari?
Uno, perché –su tutto l’evento non siamo stati coinvolti; due, perché è uno spreco, specie per uno che si lamenta sempre che non ha soldi. Il “simbolo” di Federico II Melfi già ce l’ha: il suo castello.
Che vuoi di più?
L’assessore alla Cultura è il noto scrittore Raffaele Nigro. Lei lo ha tacciato di “altezzosità” nei confronti dell’aula consiliare, «che sempre più spesso confonde con i consessi culturali ai quali viene invitato».
Nell’unica relazione che ha fatto in due anni, parlando a proposito del Millenario, ha esordito: «Ah, ora posso vendicarmi: finora ho ascoltato voi e sono sempre stato zitto. Adesso vi farò ascoltare una relazione che dura più di mezzora ». Ecco l’altezzosità, mentre lui dovrebbe ricordare, fra le altre cose, che non è stato eletto mentre quello è il consiglio comunale.
Ma un libro di Nigro lei l’ha mai letto?
No. E glielo dissi già una decina di anni fa. Non è il mio genere, e nemmeno me ne hanno mai regalato uno.
Prima parlava della situazione dei Laghi di Monticchio.
Basta andarci, per rendersi conto. E’come se avessimo cancellato un pezzo di Basilicata. Se non si hanno idee, ma solo micro idee che rincorrono le mode, non si fa nulla. Un po’ come a Senise: 10mln di euro per lo Sbarco dei Greci, ma alla fine non sono mai sbarcati.
Lei dice anche occorre «Occuparsi fattivamente della sagra della varola e non viverla come un fastidio. Affidarla completamente alla Pro Loco». Possibile che il Comune vive “come fastidio” la sagra della castagna?
In questi ultimi due anni per loro è stato solo l’adempimento di un dovere, “C’è la sagra? Bene, dobbiamo occuparcene”. Noi, al contrario, ci inventammo cose come i laboratori … In questi ultimi anni, persino la brochure è ancora come la nostra, ma oggi persino gli “Augustales“ vengono visti come un fastidio.
Mi pare di ricordare che gli scontri più accessi con l’attuale amministrazione si sono avuti sul tema rifiuti.
Oggi hanno modificato tutto, con questi cassonetti “di prossimità”, ma alla fine la differenziata non la fa il cittadino di Melfi. Il Sindaco Valvano non se lo mette in testa, mentre il gestore attuale, che è in scadenza, è stato intelligente perché si è organizzato con un sistema per differenziare tutto ciò che prende dai cassonetti. La differenziata, quindi, la fa lui, non il cittadino. Allora tu sindaco non puoi vantarti. Così come per Fenice. Noi nel 2010 abbiamo fatto la prima opera di bonifica, lui l’ha bocciata, poi ripresa. Questi otto anni di “carte” cosa hanno portato? Fenice continua, noi non ci portiamo nemmeno un grammo (per decisione sua e del comune di Lavello), ma da Potenza e Matera arrivano grosse quantità: quindi inquina lo stesso.
Ma c’è una cosa buona che ha fatto Valvano?
Purtroppo non ne vedo. Voglio riconoscere che un po’ è stato sfortunato (il Patto di Stabilità è stato nella sua versione più stringente), ma poi gli è presa la sua solita spocchia… Io credo che lui abbia vissuto l’ossessione del paragone nei miei confronti, perché io sono simpatico e lui no: la gente, ancora oggi, che non sono nulla, continua a salutarmi e a chiedermi le cose. Per prendere appuntamento con lui -mi dicono- bisogna aspettare sei mesi.
La cosa che lei ha fatto da sindaco e di cui va più orgoglioso?
Aver reso Melfi una città verde.
Quella che avrebbe potuto fare meglio?
Mah, no, non ci sono cose che posso pentirmi di aver fatto. Piazza Duomo per esempio, l’abbiamo fatta noi in 3 anni. Il Teatro Ruggero II è stato riaperto dopo un secolo. Io forse ho tutte le fortune perché non mi è mai successo nulla, mentre Valvano in tre anni ha avuto il depuratore franato, la neve nel 2012: un po’ di sfiga anche! Però non puoi prendertela con quelli di prima: sei tu che porti sfi ga alla città! (ride) Valvano non è uno sciocco, anzi è molto intelligente, capace e bravo, ma non è libero dal giudizio. Per andare da A a B deve prima fare un grande giro. E’ un tipo complicato.
Prima deve chiedere a Marcello?
Anche. Tra i vari messaggini chiede anche a Marcello.
Un commento sull’esito delle elezioni del 4 marzo. Qual è il segnale più forte che è arrivato da quel risultato elettorale?
Che bisogna voltare pagina, il che non significa abbandonare la politica. Per tutti quelli che hanno un po’ di sale in zucca è il momento di candidarsi, senza delegare ai partiti la scelta dei soliti noti. Anche lei, magari…
…è un ragionamento molto grillino…
Dico che è molto civico. Non mi ascoltarono quando dicevo che era inutile avere due ASI, inutile avere commissioni consiliari con due vice presidenti e un presidente, come è inutile avere due Ater. È inutile che ci siano 113 strutture complesse dove uno è primario di sé stesso, o dirigente di se stesso…
Il 4 marzo è stato un segnale secondo lei, ma “quelli”, lo hanno capito?
Secondo me ancora no, vivono e cincischiano come se nulla fosse cambiato. Pensano di vincere alle elezioni di novembre perché metteranno in pista più referenti di territorio (l’anomalia politica è appunto questa, il dirigente della Regione o il funzionario che è anche segretario lì, e la sorella che è nel direttivo là). E’ un “sistema” avviato negli anni Settanta, che oggi è ormai “prescritto”; perché i fi gli e nipoti di quelli che “avevano avuto qualcosa”, ora non debbono nulla a nessuno. Anni fa andai a Lagonegro in ospedale e in giro per il territorio, la gente diceva “Non ne possiamo più”, come se avessero questa “cappa” di riconoscenza sulle spalle. Quasi dovesse essere fi no alla settima generazione. Ma non può essere più così.
Ha visto il video sulla votazione di Mollica?
No, ma per come me l’hanno descritto, è proprio lui! (Risate). Lo fa in buona fede. Si, conoscendolo, è giocherellone, a volte superficiale. È chiaro, però, che se tu sei il Presidente….
Il libro che la rappresenta?
“Sulla Strada” di Jack Kerouac.
Il film?
Forse “Il Dottor Zivago”… la scena della locomotiva nera.
La canzone?
“Hey Joe” di Jimi Hendrix.
Tra cent’anni cosa vorrebbe ci fosse scritto sulla sua lapide?
Ancora non ci ho pensato. Mi piace molto la frase “Siamo nati per morire”, ma sto iniziando a provare un po’ di “rabbia”, perché inizio a rendermi conto che, in effetti, dovrò morire veramente.