giocoAZZARDO

In Italia il gioco d’azzardo, parliamo di quello “legale”, è sfuggito al controllo delle Istituzioni, quello illegale è una fonte di finanziamento della malavita e di cui, ovviamente, non se ne conosce la portata.

Il giro d’affari delle attività legate al business del gioco d’azzardo legalizzato sfi ora i 100 miliardi annui, cioè quasi il 5% del PIL del nostro Paese. Si è calcolato che un italiano su due, gioca almeno una volta all’anno. I giocatori patologici sono circa 800.000, oltre 12.000 sono quelli attualmente in trattamento, almeno 1.700.000 quelli a rischio. Il gioco d’azzardo può essere un divertimento ma il rischio che diventi una patologia è drammaticamente reale. Si è cercato di regolamentare tutta la materia attraverso la legislazione, è il Ministero dell’Economia e delle Finanze che, per mezzo l’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, cura tutti gli aspetti normativi del gioco pubblico. Ed è proprio l’AAMS che concede le licenze alle società che “commercializzano” i vari giochi. Sono una infinità le “tentazioni” per gli amanti dei giochi e delle scommesse, è difficile fare un inventario completo ma ci proviamo. Sul web il gruppo editoriale dell’Espresso ha messo on line un sito che consente di verificare, Comune per Comune, l’importo delle giocate fatte utilizzando le slot machine: abbiamo ricavato delle tabelle relative ai comuni lucani da cui viene fuori un panorama sconfortante ed in alcuni casi sconvolgente. I dati, riferiti al 2016, ci dicono che in Basilicata sono stati spesi oltre 300 milioni di euro nelle circa 4.000 “macchinette” mangiasoldi installate, nelle sale slot, nei bar e nei tabacchini, a queste cifre vanno aggiunte quelle per tutte le altre forme di gioco che abbiamo elencato, comprese le scommesse che sfuggono ai controlli in quanto, il più delle volte, si fanno su internet con i server operanti in paesi esteri, dati ufficiali non ne esistono ma sicuramente i lucani sperperano almeno altri 300 milioni di euro all’anno. Non tutti i giocatori sono occasionali, ce ne sono molti che diventano ludopatici, giocatori incalliti che sperperano tutti i propri guadagni o risparmi trascinando sovente le famiglie nella miseria. Se da un lato lo Stato introita circa 10 miliardi all’anno derivanti dalla tassazione dei giochi, nell’ultimo anno si stima che gli Italiani, solo con le slot, hanno giocato circa 100 miliardi di euro, (ripetiamo che parliamo di miliardi e non di milioni), per cui è evidente che il fenomeno è diventato un gravissimo problema sociale che obbliga, fra l’altro, lo Stato a spendere un sacco di soldi per tentare di curare coloro che sono affetti da ludopatia.

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Gioco d’azzardo: «La Politica assente ingiustificata»

 

Dalle nostre parti opera da qualche anno l’Associazione Famiglie Fuori gioco che molto meritoriamente si batte per contrastare nella nostra Regione la degenerazione del gioco d’azzardo. DalPresidente Michele Cusato ci facciamo aggiornare su come vanno le cose in Basilicata e a Potenza.
Presidente come la Regione Basilicata ha inteso porre dei paletti e regolamentare il fenomeno del gioco d’azzardo sul nostro territorio?
Nel 2014 la nostra Regione ha approvato la Legge Regionale n° 30, “Misure per il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico (G.A.P.)”. Ma a quanto pare non è cambiato nulla, per il momento non c’è stato alcun contrasto… Infatti, i comuni che hanno fatto qualcosa si contano sulle dita di una mano e non esercitano nemmeno i dovuti controlli! L’unica cosa positiva è la costituzione dell’Osservatorio istituito dalla stella legge e che ha prodotto un progetto approvato dal Ministero della salute e dall’Osservatorio nazionale senza alcun rilievo ed è quindi immediatamente esecutivo con un finanziamento di poco più di 420.000 euro.
Quindi se non altro c’è quest’osservatorio….
C’è solo sulla carta in quanto, nonostante il finanziamento sia già disponibile, è tutto fermo in quanto la Regione non convoca l’organismo e c’è la concreta possibilità che questi soldi ritornino allo Stato.
E nel Comune di Potenza, città dove il gioco d’azzardo è presente in maniera massiccia, cosa si fa per arginare il fenomeno?
Dietro sollecitazione di alcune associazioni alla fi ne dello scorso ottobre s’è tenuto un incontro a cui hanno partecipato le Assessore Celi ed Errico, il capitano della Polizia Locale Romaniello, il dottor Ruoti, un funzionario dell’Assessorato alle Attività produttive, il responsabile del SERT, un rappresentante del CESTRIM oltre a noi dell’Associazione Famiglie fuori gioco, assenti i rappresentanti della Confcommercio e Confesercenti. Nel corso dell’incontro è emerso che dopo la seduta congiunta della quarta e quinta commissione consiliare, nel corso della quale si era convenuto di stabile degli orari per le sale slot ed affini, nulla si è mosso ed il Comune non ha preso alcuna iniziativa, non ha contattato i gestori delle sale per intimare loro di rispettare le regole, nè ci risulta abbia fatto i doverosi controlli.
In pratica a combattere contro la ludopatia siete solo voi delle Associazioni.
Noi dell’Associazione famiglie fuori gioco continuiamo nella nostra opera di informazione e prevenzione organizzando incontri con i sindaci dei Comuni lucani, prendiamo contatti con scuole medie di secondo grado; continuiamo organizzando gruppi di auto mutuo aiuto per tirar fuori da questa dipendenza quanti ci chiedono aiuto; insieme a noi operano i SERD, altre associazioni come l’Associazione insieme, l’Associazione omnia mentis su Matera, i CSV. Tutti insieme auspichiamo che la Regione Basilicata convochi al più presto l’Osservatorio per poter realizzare il progetto già pronto e finanziato, auspico altresì che il Comune di Potenza prenda delle decisioni per la tutela dei cittadini, nel caso di ulteriore indugio sarò costretto, a nome dell’Associazione, a denunciare nelle sedi opportune l’assenza di chi deve e può far rispettare la Legge regionale, che fra l’altro, è bene ricordarlo, fissa delle distanze minime da rispettare l’apertura di sale giochi e il posizionamento di apparecchi elettronici.