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Cari Contro-Lettori,

per quanto reso celebre dalle versioni cinematografiche e televisive susseguitesi negli anni -l’immagine di prima pagina è infatti tratta dalla locandina del film “Il giro del mondo in 80 giorni”, con David Niven, del 1956- in realtà l’utilizzo della mongolfiera, nel romanzo originale di Giulio Verne (del 1872), non c’è da nessuna parte.

E quindi cominciamo subito con le palle.

E poi, c’è un passaggio significativo, nel succitato libro con protagonisti il gentiluomo vittoriano Phileas Fogg (di recente portato in tv, anche sulla Rai, dal bravo David Tennant) e il suo “servo” (una volta usava così) francese Passepartout: i nostri eroi, giunti su suolo americano, incappano subito in un “comizio” elettorale, al solito piuttosto acceso, tant’è che a un certo punto, fra i competitori e i relativi supporters, gli animi si “surriscaldano” un po’ troppo. E non a caso i Nostri preferiscono allontanarsi, perché, come suggerisce nell’occasione lo stesso Fogg: «Per quanto politici, i pugni restano sempre pugni».

Ma quanto a beccarli, quando la bagarre è finita, sappiamo tutti che sono sempre i cittadini che si ritrovano per lo mezzo, tra cazzotti, palloncini, palle e palloni da tutti i lati, nessuno escluso. E, nella confusione generale, è difficile capire chi veramente è un “gentiluomo” (vittoriano o meno), chi un semplice “servo”, chi è alla cerca di facili “passepartout”, e chi è un “pallone gonfiato” e basta. Che, come si accennava, nel romanzo di Verne manco c’è. Ma nella vita di tutti giorni, in questo nostro Paese, trattasi di specie assai prolifica, viepiù che sempre ammandrillata.

E allora, per venire alle cose lucane, con pallone aerostatico o senza, perché non farsi, tutti i vari competitor, un bel giro della Basilicata in 80 giorni? Qualcuno ricorderà che si era tentato qualcosa di simile con un camper, ma questa volta dovrebbe trattarsi di scendere sul serio dal predellino, o piedistallo, utilizzando tutti i mezzi locomotori che la nostra regione ci offre: treni, bus, automobili, magari –perché no- il dorso di mulo (al posto dell’elefante usato in India da Phileas Fogg) e infine anche i piedi.

La gente potrebbe raccontarne delle belle.

Altro che romanzi d’avventura.

Walter De Stradis